Come si dice da queste parti: Giorgio se ne vuole andare e il Vescovo lo vuole cacciare. E’ un po’ la storia tra il Genoa e l’avvocato Antonio De Renzis, che difendeva il calciatore Armando Izzo, squalificato per 18 mesi (rispetto alla richiesta della Procura Federale di 6 anni e 20mila euro di ammenda) per un filone della vicenda calcio scommesse. Chi ha seguito direttamente il processo sa che, appena conclusa l’udienza, c’è stata una telefonata tra l’avvocato e il presidente Preziosi il cui tono lasciava presagire una interruzione del rapporto tra le parti. Quindi chi sia stato per primo a decidere ufficialmente di troncare, interessa poco. Ora il Genoa affiderà la difesa di Armando Izzo all’avvocato Grassani di Bologna che presenterà il ricorso per ottenere una sanzione disciplinare minore rispetto a quella di 18 mesi inflitta al calciatore in prima istanza con la sentenza che sicuramente sarà riformata ed Izzo se la caverà – presumibilmente – con sei mesi, ovvero potrà tornare in campo il 12 ottobre 2017.
Questo il comunicato emesso dall’avvocato Antonio De Renzis: “Ho appreso da organi di stampa in data odierna che il signor Izzo, d’accodo con il dottor Zarbano, amministratore delegato del Genoa, ha inteso revocare il mio mandato difensivo – spiega il legale in una dichiarazione -. La revoca effettivamente mi è stata fatta, in data 12 aprile 2017, e mi è stata inviata il 13 aprile nel tardo pomeriggio ma, in realtà, in data 11 aprile avevo inviato comunicazione via mail seguita da messaggio telefonico al dottor Zarbano nella quale espressamente dicevo che a seguito di avvenimenti avvenuti venerdì 7 aprile e, cioè il giorno del processo, non ritenevo opportuno avere qualsivoglia ulteriore tipo di rapporto con la loro società. Ho cercato di anticipare questa decisione telefonicamente anche al signor Izzo ma dal giorno 8 aprile non sono riuscito a parlargli – conclude De Renzis -. Specifico che il 7 aprile si sono verificate divergenze insanabili con il Genoa relative al processo svolto. Credo che il risultato ottenuto si commenti da solo e ritengo altresì molto probabile che in sede di appello la squalifica possa essere notevolmente diminuita”.