“Davvero è il mondo al contrario, il presidente De Luca con la solita faccia tosta continua a reclamare dal premier Gentiloni la nomina a commissario alla sanità. Si dimentica volutamente che pochi giorni fa il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale le norme, approvate dal Consiglio regionale con l’uso della fiducia, a favore dei centri privati che solo il Movimento 5 Stelle aveva avversato, incassando da De Luca pesanti insulti”. Lo dice Valeria Ciarambino, capogruppo del Movimento 5 Stelle rispondendo alle parole del presidente De Luca circa l’avvertimento al premier Gentiloni, a proposito della nomina del commissario per la sanità campana. “Il nome di De Luca a prescindere dovrebbe essere depennato da una possibile nomina, per la collezione infinita di demeriti in sanità e vista anche la recente azione promossa dal Consiglio dei ministri – attacca Ciarambino – ponendo la fiducia al Collegato alla legge di stabilità, ha provato nascondere le norme a favore delle lobby della sanità privata, impedendoci di discuterne. Il promotore del ‘Patto delle fritture di pesce’ non può assolutamente ricoprire il ruolo di commissario alla sanità, sarebbe un oltraggio del Governo alla Campania”. “Gli unici a denunciare le misure a favore della sanità privata contenute in quel disegno di legge siamo stati noi del Movimento 5 Stelle. E De Luca per metterci a tacere ha imposto il cappio della fiducia alla sua litigiosa maggioranza – evidenzia – alla fine con un articolo ad hoc si è sottratto il nuovo fabbisogno sanitario alle strutture provvisoriamente accreditate a favore della sanità privata, autorizzando indiscriminatamente strutture private con meno di 60 posti letto, a copertura del nuovo fabbisogno”. “Come M5S stiamo preparando un dossier che presto invieremo ai ministeri competenti – con tutti i danni e le scelte vergognose di questo presidente sulla sanità”. “Se malauguratamente dovessero prevalere logiche di convenienza e dovessero nominarlo, il Governo dovrà assumersi la responsabilità di stare nominando un indegno, che ha già manifestato le sue incapacità e le sue reali intenzioni” – conclude Ciarambino –