Cosa c’è dietro questo inusuale attivismo, da parte del Comune, a recuperare un credito sicuramente esigibile ma per nulla certo?
Perchè tanta solerzia, da parte dell’Ufficio Patrimonio, solo nei confronti dell’Avellino calcio, rispetto ad altri soggetti per debiti pregressi e certi?
La storia infinita va avanti da una vita. Il consigliere comunale On. Giancarlo Giordano (Sinistra Ecologia Libertà) ha sottolineato, appunto, che «da quando esiste, questa società ha pagato al Comune di Avellino solo una rata». Infatti.
E adesso si vuole, in fretta e furia, risolvere una questione che va avanti da otto anni. E come? Ventilando l’ipotesi di non concedere la licenza all’Avellino che, senza quel documento, non potrebbe ottenere l’iscrizione al prossimo campionato di serie B. Salvo ad ottenerla da un altro comune e quindi con la necessità di giocare le gare casalinghe altrove. Con disagi per i tifosi e danno per la società a causa dei mancati introiti per gli abbonamenti.
Perché tutto così in fretta?
Finora, dopo la salvezza dell’Avellino, l’argomento importante era quello societario. Si era parlato dell’ingresso nel sodalizio di Angelo Antonio D’Agostino in un ipotetico discorso a tre (Gubitosa, Taccone e appunto D’Agostino con quote paritarie al 33% cadauno). Poi D’Agostino aveva chiesto di acquisire il pacchetto di maggioranza e non se n’era fatto niente perché la richiesta avanzata da Taccone per cedere il 60% del suo 80% (l’altro 20% era di Gubitosa) era stata ritenuta “salata” dal potenziale acquirente.
Infine D’Agostino aveva detto che avrebbe atteso una soluzione delle questioni tra Taccone e Gubitosa. Accontentato in un attimo con la cessione del 20% di Gubitosa a Taccone.
Ora D’Agostino è in posizione di attesa. E l’argomento “società” è nel congelatore.
Meglio trovarne altri: l’argomento Novellino s’è risolto in tempi rapidi, con la conferma del tecnico. Quello degli abbonamenti? Detto fatto, prezzi popolari e le agevolazioni per gli aficionados e per le famiglie.
Altri argomenti? Niente all’orizzonte, perché la campagna acquisti non è ancora entrata nel vivo. Cosa fare per ravvivare l’interesse?
Ecco l’argomento degli argomenti, quello che potrebbe sconvolgere tutti quelli risolti e condizionare quelli da risolvere.
La questione stadio con la dichiarazione energica del sindaco che, impettitosi e improvvisamente forte, ha sentenziato: «O paga in tempi rapidi o non avrà più la concessione dello stadio», ha fatto sapere Paolo Foti riferendosi all’Avellino Calcio.
In termini di popolarità, non proprio il massimo, ma l’attuale primo cittadino da tempo ha fatto sapere che non andrà alla ricerca di consensi perché, per le prossime consultazioni il suo ruolo sarà quello del semplice elettore. Pure perché sarebbe difficile trovare cittadini disposti a dargli consenso dal punto di vista elettorale. E così tornerà a fare il suo vecchio mestiere, direttore all’Associazione Costruttori Edili, dove lavorava, quando Angelo D’Agostino – se non ricordiamo male – era il “suo” presidente.
Pure l’assessore Valentino ha detto cose del genere, sapendo bene che non dovrà chiedere voti a nessuno perché il suo ruolo l’ha ottenuto senza consenso elettorale: è assessore al Patrimonio, in quota Scelta Civica. Lo stesso partito di Angelo D’Agostino potenziale nuovo socio dell’Avellino.
Come diceva il saggio Andreotti, a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca…