Prima ha offerto la sua ricetta per fare risollevare una città triste, moscia, spenta. Poi ha preso la chitarra e ha cantato così: “Vedrai, vedrai”, intonando un brano assai triste di Luigi Tenco.
Padre Gianluca, il barbuto parroco della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, è giovane e di mentalità aperta. Sentendo pronunciare le parole del Vescovo Mons. Arturo Aiello, da pochi mesi insediatosi nel Palazzo Vescovile di Avellino, ha avuto però un sobbalzo. Così pure i tantissimi fedeli che hanno partecipato alle celebrazioni in onore di San Francesco, tra cui pure il Sindaco di Avellino, Paolo Foti.
Il vescovo ha atteso che andasse via il primo cittadino dalla faccia triste per fornire la sua ricetta e vedere finalmente risollevare una città, quella di Avellino, che il religioso ha scoperto essere “moscia”.
Come un medico che conosce il male da affrontare, mons. Aiello ha suggerito la medicina adatta: “Cari fedeli, per risollevare Avellino ci vorrebbe il Viagra, vi pare?”.
Qualche anziano s’è leccato i baffi, qualche donna in età avanzata s’è fatta spiegare cosa volesse dire il Vescovo e quando ha ricevuto la spiegazione è scoppiata la risata di compiacimento e… di speranza.
Mons. Aiello è giunto tre mesi ad Avellino, il 30 giugno. Quel giorno, quando si affacciò per la prima volta al balcone di Piazza LIbertà, al fianco del sindaco Foti, la città fu bloccata per motivi di ordine pubblico. Filò tutto liscio. Sotto quel balcone si presentarono assai meno persone di quelle attese. Primo segnale di una città “moscia”.
Nelle settimane successive, il Vescovo ha cominciato a conoscere la città di Avellino, i suoi fedeli, gli amministratori, i politici, le abitudini della gente, s’è atto un’idea e ha confezionato la sua cura suggerendo – metaforicamente parlando, s’intende – l’uso del farmaco che fa “alzare” la pressione, un vasodilatatore spesso accusato di provocare danni cardiaci, addirittura l’infarto. Ma gli andrologi sono di tutt’altro avviso.
Rispetto alle reazioni registrate tra i fedeli, il Vescovo non s’è perduto d’animo, anzi ha chiesto a padre Gianluca di usare la chitarra e, per vincere le perplessità dei tantissimi fedeli che s’interrogavano sulla bontà delle ricetta e del farmaco suggerito dal Vescovo, Arturo Aiello ha intonato “Vedrai, vedrai…Vedrai che cambierà. Forse non sarà domani. Ma un bel giorno cambierà”.
E giù applausi a non finire mentre qualcuno, vista l’ora ormai tarda, s’informava sulla farmacia di turno.
Qualche altro, con entusiasmo, invece auspicava e suggeriva: “Aiello, Papa subito”, magari in virtù del detto che certe cose si fanno “ogni morte di Papa”, indicando quindi il giusto successore di Francesco.