Suicidio Avellino che perde nel quarto d’ora finale una partita che aveva ormai vinto. Rassegnata e stanca, la Salernitana era ormai pronta a registrare una sconfitta che feriva la tifoseria granata più che la squadra.
Invece è accaduto quanto nessuno avrebbe ipotizzato: sotto di due gol, la squadra di Bollini ha ribaltato l’Avellino e quindi il risultato, ha messo sotto i piedi la squadra irpina, mortificandola nel gioco e nella impostazione tattica.
E’ come se si fossero giocare due partite: equilibrata inizialmente quella del primo tempo poi dominata per metà ripresa dall’Avellino andato a bersaglio due volte. Poi la partita della Salernitana, un monologo negli ultimi 15’ di gioco, crescendo gradualmente fino ad assumere il totale comando della situazione, mortificando l’Avellino nel gioco, segnando tre gol e ribaltando e quindi il risultato.
Discutibili le sostituzioni e le mosse tattiche adottate da Novellino sul doppio vantaggio. Paghera al posto di Molina ha fatto subito storcere il muso agli spettatori, per non dire quando il nuovo entrato ha cominciato a sbagliare posizione e passaggi.
Ci si aspettava di vedere in campo Bidaoui che avrebbe potuto gestire palla ma il suo ingresso è arrivato quando la Salernitana stava già diventando padrona del campo.
Novellino s’è giustificato, assumendosi ogni responsabilità ma per il popolo irpino che ha respinto addirittura i suoi giocatori che volevano andare sotto la curva a fine gara, non esistono scusanti quando si perde quella che è “LA” partita dell’anno, il derby contro la Salernitana. Perdippiù in quella maniera, dopo avere gioito e festeggiato con immensi striscioni e sfottò di ogni genere.
Ce ne vorrà per recuperare i punti perduti (due sconfitte di seguito, a Bari e con i granata) e soprattutto l’entusiamo. E sabato si va a Pescara, senza Migliorini e Lazzerini che saranno squalificati per avere voluto fare i paladini e i giustizieri in una situazioni che altri avrebbero dovuto gestire e sanzionare dopo il gesto stupido dell’avversario. Giustizialismo nemmeno apprezzato dalla folla che non ha voluto saperne di accogliere la squadra sotto la curva sud.
Dopo questa brutta, cocente, umiliante sconfitta, nulla sarà più come prima. E ce ne vorrà per fare riemergere il feeling tra pubblico e squadra.