“Socialmente umiliati”, le telecamere di Report al Genio civile di Avellino

“Socialmente umiliati”, ha fatto tappa anche al Genio civile di Avellino l’inchiesta di Report, il popolare programma giornalistico in onda su Rai3 (Clicca qui per vedere la puntata andata in onda lunedì sera), che ha acceso i riflettori sull’universo dei lavoratori socialmente utili. Uomini e donne che lavorano “a nero” nei comuni, e non solo, da 22 anni. Dovevano essere di supporto, invece il blocco del turn over li ha resi indispensabili, si tratta dei lavoratori “socialmente utili”. Non hanno contributi perché percepiscono un sussidio dal ministero del Lavoro e una piccola integrazione dagli enti, anche quella priva di contributi previdenziali. All’Inps trasecolano! Non lo sapevano e manderanno un’ispezione in tutti i comuni che li utilizzano.

Al Genio civile di Avellino ci sono 10 architetti socialmente utili.”Svolgono attività di supporto prevalentemente agli ingegneri – spiega Claudia Campobasso, dirigente del Genio Civile di Avellino – perchè la maggior parte di loro svolgono attività legate al rilascio delle autorizzazioni sismiche”.

Ivana Brogna è una di quei dieci architetti e lavoratori socialmente utili: “noi abbiamo acquisito il diritto di lavoratori subordinati e lo siamo a tutti gli effetti. E sopperiamo alle carenze in organico e ci sfruttano e ci umiliano. Ed anche il rapporto per quanto sia però dentro noi siamo umiliati”. E poi c’è la questione di quel buco previdenziale di 22 anni, gli enti pubblici soldi non ne hanno. Chi li dovrebbe versare? “Qualche collega – spiega – ha chiesto il riscatto, ci vogliono dagli ottanta ai centomila euro. E chi li ha mai visti!”

I socialmente utili lavorano “a nero” per lo Stato e non sono i soli: al ministero della Giustizia con vari escamotage i “tirocinanti”, persone cinquantenni, già da otto anni sopperiscono alla carenza di personale per 400 euro lordi, anche loro senza contributi. Al ministero della Sanità sfruttano i “borsisti” per decenni senza garanzie e senza lo status di lavoratore, eppure in alcuni Istituti sono diventati indispensabili. Poi ci sono i “somministrati”, che lavorano negli uffici pubblici appaltati dalle agenzie interinali: sono diecimila. Intanto i Centri per l’Impiego dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre sono nel caos, sballottati tra province, regioni e ministero del Lavoro. Il decreto Madia ha lasciato nell’incertezza questi lavoratori, anzi alcuni sono stati espressamente esclusi dalla stabilizzazione, mentre nel settore privato lo sfruttamento avanza, peggiorano le condizioni e si calpestano i diritti sindacali

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