“Le Iene” al comune di Avellino. Matteo Viviani, inviato della popolare trasmissione Mediaset, si è interessato al caso di una dipendente dell’ente che avrebbe dichiarato di non essere messa in condizione di lavorare. Insomma un caso di mobbing.
Viviani si è diretto negli uffici del segretario generale Riccardo Feola che lo ha accompagnato presso gli uffici del settore affari generali.
Al Comune di Avellino ci sarebbe una dipendente che si lamenta perchè non le darebbero da lavorare. E già questo sarebbe una notizia sensazionale. Ma è tutta da verificare.
L’inviato della nota trasmissione, Matteo Viviani, non ha potuto però raccogliere le dichiarazioni del Segretario Generale, della Dottoressa Cortese: sarebbe stato interessante conoscere i motivi “veri” di tale situazione, noti a molti dipendenti comunali.
Forse i funzionari del Comune, interpellati in proposito, hanno preferito evitare di fornire particolari, affidandosi alle frasi in “burocratese”, alle promesse. Basta però provare a fare un giro tra i dipendenti, a microfoni spenti e taccuini chiusi, per ricevere pareri rilevanti su una questione assai nota negli uffici comunali.
La donna in questione pare sia stata assunta con la riserva dei posti per le cosiddette “categorie protette” e, stando ai “si dice” il suo livello occupazionale sarebbe di categoria D ovvero quello di funzionario. Dovrebbe, insomma, dirigere un ufficio o ricoprire un ruolo di notevole livello. Pare non sia stato possibile, finora, trovare un posto adatto a quella persona. La quale ha deciso di fare intervenire una troupe de “le Iene” per fare conoscere la situazione.
L’impiegata con il livello dirigenziale, costretta a stare in ufficio senza ricevere pratiche da svolgere, adesso sarà certamente messa nella condizione di assolvere al proprio ruolo, con le responsabilità del caso e lo stipendio rapportati a chi è di “livello D”.
Non è da escludere che “Le Iene” possano tornare negli uffici del Comune di Avellino e verificare le competenze e il reale lavoro svolto da chi si lamenta perchè non le viene dato un reale compito da svolgere.