Ecosistema urbano, rete idrica colabrodo e poche aree verdi penalizzano Avellino

E’ Benevento il capoluogo di provincia più green della Campania, E’ quanto viene fuori dal 24° rapporto Ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente Italia, basato prevalentemente su dati del 2016. L’indagine si basa su 16 parametri divisi nelle macroaree Aria, Acqua, Rifiuti, Energie rinnovabili, Mobilità e Ambiente urbano. La città sannita si colloca al 35° posto della graduatoria dei 104 capoluoghi di provincia presi in esame.

Poco più dietro c’è Avellino – 43° posto – e peggiora la performance dello scorso anno quando era finita al 42° posto. A trascinare verso il basso il capoluogo irpino ci sono le cattive politiche in fatto di consumo di acqua, dispersione della rete idrica e verde urbano. Salerno si piazza al 62° posto e Napoli al 86°. Maglia nera in fatto di performance ambientali, in Campania, a Caserta al 95° posto

Avellino si conferma a metà classifica: viene promossa sulla depurazione con il 100% di capacità depurativa ma non invia dati sulle perdite di rete. Scende la percentuale di raccolta differenziata al 33% con una produzione annua pro capite di rifiuti urbani che aumenta pari a 496kg/ab un aumento del 33% rispetto lo scorso anno (474,4 kg/). 

Infine, il nuovo parametro inserito quest’anno è relativo alla presenza di alberi in città: a quattro anni di distanza dall’approvazione della legge nazionale 10/2013 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani), soltanto Napoli e Salerno sono stati in grado di fornire un bilancio del numero di alberi esistenti in aree di proprietà pubblica (strade e parchi). A Napoli sono 6 alberi /100 abitanti meglio la situazione a Salerno con 15 alberi/100 abitanti.

“Nel complesso – commenta Michele Buonomo presidente Legambiente Campania – il Rapporto evidenzia con chiarezza che siamo in presenza di città apatiche, statiche e pigre. Quella urbana è una grande questione nazionale. Nelle città si gioca una partita importante, è qui che passa la sfida dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, della coesione sociale e dell’integrazione, della rigenerazione urbana e una parte della lotta ai cambiamenti climatici. Dalle amministrazioni locali della nostra regione si deve certamente pretendere molto più coraggio, molta più discontinuità e capacità di innovazione, ma nello stesso tempo è il Paese che deve fare un investimento politico ed economico e mettere tra le priorità di governo un piano per traghettare le città, tutte insieme e non una alla volta, al di là delle secche Alla politica centrale e locale il compito di raccogliere questa sfida e di non passare anni a fare solo piccoli passetti avanti”.

 

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