E’ morto Bruno Pace, l’allenatore che riusciva a fare sorridere il commendatore Sibilia

Se n’è andato con il sorriso sulle labbra, nonostante le sofferenze per una malattia che lo stava consumando. Bruno Pace è morto a 74 anni ma quella era semplicemente l’età anagrafica perchè, quella vera, era di un ragazzotto burlone e capace di sdrammatizzare tutto.

Si era divertito giocando a pallone, poi anche facendo l’allenatore. Durante la sua esperienza alla guida dell’Avellino, incontrò giocatori più “casinari” di lui, quali Criniti e Luiso ma seppe tenerli a bada, ottenendo ottime prestazioni e risultati tali che avrebbero potuto accompagnare la squadra verso una salvezza. Una salvezza che invece svanì il giorno in cui Luiso segnò il gol numero 15. Il calciatore, che aveva ricevuto la promessa di una Mercedes in regalo se avesse raggiunto quella cifra di reti, andò sotto la tribuna a fare il gesto del volante dell’automobile che il presidente Sibilia non gli avrebbe poi regalato. Bruno Pace, che riusciva a vedere le cose in antticipo, disse al  suo giocatore: “Pasquà, hai voglia a camminare a piedi”.

Qualche anno dopo raccontò: “In quel momento mi resi conto che saremmo retrocessi, anche se mancavano ancora diverse giornate alla fine del campionato. Ma immaginai che traLuiso e Sibilia non ci sarebbe stato più feeling”.

S’era rotto il giocattolo e si andò avanti tra congetture, veleni e sospetti. Finì cpn l’amara sconfitta sul campo del Chievo per 3-0 e l’Avellino concluse la stagione al terzultimo posto con 43 punti

Era subentrato a Corrado Orrico, diamentralmente opposto come carattere e simpatia rispetto a Pace: creò subito armonia nello spogliatoio, cominciò a fare risultati ma, dopo quell’episodio relativo a Luiso, nulla fu più come prima.

Con il presidente Sibilia ebbe un rapporto particolare, schietto, sincero. Si confrontavano continuamente, avevano vedute diverse ma alla fine Pace riusciva a strappare puntualmente un sorriso al commendatore e ottenere ciò che voleva.

Sarebbe stato confermato a occhi chiusi, ma quella retrocessione rovinò i programmi di Pace, rimasto comunque legato all’Avellino anche negli anni successivi. Era sugli spalti dell’Adriatico ad assistere a Pescara-Avellino, tre mesi fa. Abbracci e baci, rievocazioni di episodi avvenuti 22 anni prima, ovvero durante la sua permanenza ad Avellino. Ricordava tutto e tutti, con la sua immunata e ineguagliabile simpatia.

Bruno Pace era ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale civile in seguito ad alcune complicazioni polmonari che aveva avuto subito dopo aver superato un brutto infarto. I funerali si svolgeranno venerdì 9 febbraio alle ore 15 nella cattedrale di San Cetteo.

 

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