Dillo con parole tue, di Maria Luisa Grande, narra di Lucia, una diciassettenne con un’infanzia difficile alle spalle, che prova per la prima volta un sentimento d’amore talmente forte da diventare l’unico antidoto alla sofferenza, al dolore e all’autodistruzione.
Lucia sviluppa sin da piccola un atteggiamento di autolesionismo di cui è vittima durante tutto il romanzo. È uno strumento di difesa che ha imparato per potersi difendere dal dolore psicologico. È una tecnica con cui è riuscita a sostituire l`assenza della mamma.
Lucia è consapevole e risoluta nel raggiungere il suo obiettivo, Daniele, al di là dei pregiudizi.
Daniele è il “cattivo” del paese, ma non sarà anche questa l`ennesima incomprensione da parte della piccola comunità di Zungoli?
Insieme a lei scopriamo i dubbi e le incertezze che animano un gruppo di adolescenti in procinto di diventare adulti, nell’apparente immobilità di un paese irpino che rappresenta lo scenario antico e fiabesco di uno struggente sentimento individuale e di una collettiva crescita interiore.
“I ragazzi parlano di viaggi, di università e dei lavori che vorrebbero fare nella vita. Mentre siamo qui, appoggiati su un ponte e vediamo dall’alto le persone che ci passeggiano sotto, vediamo le loro teste spettinate e brizzolate, vediamo la palla che corre e un bambino che la cerca, vediamo una fioriera appassita, vediamo un passero solitario che si accomoda sul filo della luce e resta sospeso. Nessuno di noi sa se rimarrà qui e se si ritroverà tra dieci anni appoggiato al muretto del ponte come oggi, oppure se andrà via.”
“I ragazzi parlano di viaggi, di università e dei lavori che vorrebbero fare nella vita. Mentre siamo qui, appoggiati su un ponte e vediamo dall’alto le persone che ci passeggiano sotto, vediamo le loro teste spettinate e brizzolate, vediamo la palla che corre e un bambino che la cerca, vediamo una fioriera appassita, vediamo un passero solitario che si accomoda sul filo della luce e resta sospeso. Nessuno di noi sa se rimarrà qui e se si ritroverà tra dieci anni appoggiato al muretto del ponte come oggi, oppure se andrà via.”