Ciampi sindaco parcheggia dove vuole: sul marciapiedi. Cipriano: “Mai più”

L’ufficio stampa del neo eletto sindaco ha fornito un book fotografico, degno della migliore Belen, in cui Vincenzo Ciampi appare ritratto in pose diverse, rigorosamente senza cravatta perché fa sicuramente più Fico, nell’avvolgente abito Facis di antica fattura.

Ve le proponiamo tutte, così come ci sono state fornite, da quella più seriosa all’inedita immagine con sorriso sfavillante a 40 denti.

Ce n’è una, però, che non rende un buon servigio all’eletto: uno scivolone di creativi e curatori di immagine o una semplice e intelligente provocazione?

E’ la foto di Ciampi sindaco che parcheggia dove vuole. Nello specifico sul marciapiedi, peraltro di ridotte dimensioni, con i pedoni – ritratti dietro al quadriciclo a motore – che non riescono a passare ma sorridono beati, perché quello è il nuovo sindaco e, dunque,  tutto “Si può”, come aveva fatto sapere la neo consigliera Nadia Arace, trovando conforto con quel “Davvero”  urlato da Gianluca Festa, pronto a strappare un posto al sole (di Ciampi) che ride. Il quale, accortosi della magagna, mettendo le mani sugli occhi come fanno i bambini, avrebbe esclamato “Io non ci sto” con una frase che aveva sentito dire da un politico come lui, fa niente che fosse l’Oscar Scalfaro Presidente della Repubblica anziché Ciampi, magari suo lontanissimo parente di nome Carlo Azeglio.

Passi pure la cintura non allacciata, visto che il mini veicolo era fermo, ma pare proprio non sia una condotta civilmente accettabile quella di parcheggiare sul marciapiede. E un paio di vigili, meravigliati per quel modo di fare, avrebbero domandato all’automobilista sorridente: “A chi appartieni?”, esercitando comunque la loro funzione per evitare di essere poi sanzionati dall’inflessibile comandante Arvonio.

Accortisi che si trattava del loro nuovo grande capo, perchè era scritto sulla fiancata dell’automobilina, i vigili gli avrebbero detto a bassa voce: “Non basta la liberazione, ci vuole anche la buona educazione”, autocompiacendosi per quella frase ben più pesante di una multa per art. 158 comma 1/h, annotandola sul prontuario dei verbali.

A quel punto l’eletto avrebbe preso a prestito un frase assai cara a un suo collega pentastellato: “Sono stato ingannato”.

Si, perché pare gli avessero spiegato che quella macchinina – che a pedali non è – potesse andare dappertutto, essere lasciata in sosta agli incroci e fuori dalle strisce blu, oppure nelle strisce blu ma senza pagare il ticket, guidata senza cintura di sicurezza, andare sempre dritto.

Dino Preziosi però lo aveva avvertito, invitandolo a spostarsi: “La svolta inizia da te”. Ragionamento sostenuto pure da Massimo Passaro che gli suggeriva di essere “Cittadini in Movimento” anziché stare fermo sul marciapiedi.

Ma a stroncare ogni discorso è arrivato l’incorruttibile Luca Cipriano, alzando il ditino ed esclamando all’eletto: “Mai più”, fregandosene di mettere a rischio il suo posto in giunta, affermando: “Schiena dritta, ci vuole”, fa niente che fosse una frase di Foti, sicuramente la più bella pronunciata nel quinquennio.

Il leader di Nusco, persona sempre informata sui fatti, prendendo a prestito una frase di Plutarco, in senso figurato intanto ammoniva l’eletto: “La moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta”.

Cosa volesse dire e soprattutto cosa c’entri la moglie con l’eletto (Vincenzo e non Cesare) non si sa. Ma quell’età tutto è concesso dire.

Non se ne abbiano a male l’eletto e i suoi compagni di avventura: è la satira, bellezza.

Promettiamo intanto di non farlo più, per non rischiare di essere accusati di stalking: politico, ovviamente.

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