Ci sono anche diversi soggetti irpini nell’ampia e complessa operazione denominata ‘Crowd-Funding’ della Guardia di Finanza di Como che si è avvalsa del significativo contributo fornito dal Nucleo di Polizia economico finanziaria di Avellino.
Non è la prima volta che soggetti della provincia di Avellino incappano nelle maglie della giustizia, per reati del genere, pure in passato scoperti dalla Procura della Repubblica di Como (LEGGI QUI) e condannati con pene severe.
Il sistema è sempre lo stesso, il cosiddetto schema Ponzi, una specie di catena di Sant’Antonio, un modello economico di vendita truffaldino che promette forti guadagni alle vittime a patto che queste reclutino nuovi “investitori”, a loro volta vittime della truffa.
In questa operazione risultano indagati 40 soggetti a vario titolo accusati di associazione per delinqueredi natura transnazionale finalizzata a commettere delitti di riciclaggio e di abusiva attività di raccolta del risparmio.
Emergono, per il momento, i nomi di due consulenti finanziari avellinesi (Gerardo Vozza e Massimo Mallardo della Gm Consulting con sede a Lefkosia, Cipro e ad Avellino) ma altri sei soggetti irpini sono coinvolti nell’indagine per la quale ad Avellino gli uomini della Guardia di Finanza diretta dal colonnello Ottaiano e in particolare del nucleo di polizia tributaria guidati dal colonnello Gennaro Garzella, hanno posto sotto sequestro e immobili, automezzi e conti correnti di società, per dare esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip di Como per circa 34 milioni di euro.
Il provvedimento arriva al termine di un’indagine coordinata dalla Procura lariana, che ha permesso di accertare la presenza sul territorio nazionale di un’associazione per delinquere di natura transnazionale, operativa sin dal 2014 e formata da 19 persone, che operava anche in altri stati tra cui Austria, Lussemburgo, Malta, Regno Unito, Confederazione Elvetica, Cipro, oltre che in numerose città italiane.
