“Questione solofrana e questione sanità nei comuni della bassa Irpinia denotano in pieno il fallimento della politica del centrosinistra degli ultimi trent’anni. Una politica che a livello territoriale si è appiattita sulle figure amministrative con un mescolarsi continuo di ruoli che invece devono essere necessariamente separati e ben definiti” inizia così la nota a firma di Alfredo Galdieri segretario del circolo del Partito democratico di Montoro.
“La sconfitta del 4 Marzo ha origini in una dirigenza politica spesso sostituita dai tecnicismi creando un distacco sempre più evidente tra territori e Stato. Sindaci spesso abbandonati a se stessi, orfani o omicidi di contenitori politici che dovrebbero rappresentare i contenuti programmatici dell’azione amministrativa, ciò ha causato confusione e soprattutto incapacità di governo del territorio. Questa situazione ha provocato problemi disparati che vanno dall’impossibilità di gestione dei propri comuni che spesso hanno infrastrutture vetuste (vedi il problema scuole o le strade piene di buche), che hanno strade sporche e non riescono a garantire il diritto di cittadinanza ai cittadini; fino a problemi ad alta criticità come la questione solofrana. Quest’ultima può essere solo risolta con un piano programmatico che deve toccare gli aspetti ambientali e di sviluppo, deve toccare la questione idrogeologica e quella sanitaria e sicuramente non dev’essere l’esercito o la magistratura a trovare le soluzioni bensì la politica delle idee e delle esigenze, ricercarle attraverso contenitori politici che si devono chiamare partiti e non movimenti o comitati e attuarla attraverso le amministrazioni territoriali, regionali e il governo”.
“La Valle dell’Irno è per la maggior parte amministrata da iscritti al PD non riesco a capacitarmi su “litigi” di casate su temi quale il compostaggio e la solofrana, non riesco a capire la mancanza totale di un’azione a difesa dei servizi basilari quali gli ospedali, dopo San Severino ora è il turno di Solofra o le guardie mediche, o la mancanza di volontà nel discutere per un progetto di sviluppo sostenibile, per un’area che vede più di 100.000 abitanti. Non riesco a capire come fa la regione amministrata da iscritti al PD a non intervenire su temi come la depurazione o il Grande Progetto Sarno, facendo la parte dell’impostore e non del risolutore. Tutto ciò ha portato i cittadini a sentirsi abbandonati e a sopravvivere in una società che tende a schiacciare i più poveri a soprattutto ha portato i cittadini a non credere più nelle istituzioni e nella politica. Il 4 Marzo e qualsiasi momento elettorale evincono tale rabbia in cui la gente non si ferma più nemmeno a sentire programmi e le motivazioni ma semplicemente va verso il cambiamento, verso il nuovo”.
“Il PD purtroppo sta dimostrando per l’ennesima volta irresponsabilità consegnando prima l’Italia e poi i comuni a volti nuovi ma pieni di pericolosa demagogia e vuoti di contenuti. Io credo che ci debba essere un vero cambiamento all’interno del nostro partito, non si può accettare più l’egoismo dialettale dell’io, non si può più immaginare di non affrontare la questione morale e chi dice che c’è stato un fallimento di un sistema di cui ha fatto parte ha l’obbligo morale e la responsabilità civica di farsi da parte e non solo l’intenzione ipocrita di costruire un nuovo vestito. Anche perché sono i risultati a dimostrarlo. Qualcuno dice che la politica dei partiti è finita, io credo che sia finita la politica dell’ipocrisia, la politica della malagestione, la politica dell’interesse puntuale a discapito di quello generale, la politica del ‘piacere’”.
“Per ripartire c’è la necessità di cambiare facce e di ritornare a parlare dei temi nei luoghi consoni, c’è la necessità di prendere decisioni ed essere rigorosi nel perseguirle. All’interno del partito ci sono le risorse per attuare il cambiamento, giovani preparati con valori del centrosinistra, giovani che hanno difficoltà di emergere perché purtroppo schiacciati da logiche del dare e avere. Non si può essere più il partito delle porti girevoli. Spero che sulla questione elezioni provinciali di Avellino si possa iniziare a vedere questo cambiamento, non un partito di burattinai e burattini, gli amministratori che sono del centrosinistra dovranno ritrovarsi nello stesso contenitore discutere insieme alle sezioni e ai coordinamenti sovracomunali da protagonisti e accettare le decisioni democraticamente, non è pensabile più di litigare come galline in un pollaio per poi perseguire limitati interessi a discapito della comunità democratica”.