A margine dell’epilogo inatteso del Consiglio Comunale di ieri, il Sindaco di Monteforte Costantino Giordano, ha lanciato severe accuse.
In pratica il Consiglio non si è tenuto, a causa di un cosiddetto “sgarbo politico” dell’opposizione presente in aula: i consiglieri di minoranza De Stefano e De Falco (Patto Popolare per Monteforte), Motta e De Cunzo (MoVimento 5 Stelle) e Meli e Renzulli (Sarà Bella) hanno infatti lasciato i banchi facendo cadere il numero legale per procedere ai lavori dei punti all’ordine del giorno.
L’atteggiamento della minoranza – che causato semplicemente il rinvio in seconda seduta – è stato racchiuso in una lettera che il Primo Cittadino ha inviato al Prefetto, sua Eccellenza Maria Tirone.
«Sono allibito – ha dichiarato Giordano – abbiamo assistito ad una pagina spregevole della politica montefortese, e ritengo di dover mettere al corrente sua Eccellenza affinchè possa prendere i giusti provvedimenti.»
«Queste persone hanno di fatto calpestato il nobile valore della politica venendo meno al loro dovere istituzionale – continua il Sindaco – si ricordino che il loro ruolo è stato veicolato dal voto popolare, ed è al popolo che devono rendere conto per questi atteggiamenti scellerati e pretestuosi. Sottolineo, inoltre, che la surroga sia un atto dovuto e necessario, e quindi il comportamento della minoranza è stato, tra le altre cose, anche illegittimo.»
«Da Montefortese e rappresentante delle Istituzioni non posso che stigmatizzare una scelta così incosciente e controversa. – ha continuato il Capo dell’Esecutivo – Le opposizioni smettano di combattere battaglie contro i mulini a vento che non interessano a nessuno e comincino a fare ciò per cui il popolo sovrano ha dato loro il voto: rappresentare i montefortesi nel Civico Consesso.».
«L’intera Minoranza ha mostrato, innanzitutto, una cattiva conoscenza della normativa – si legge all’interno della lettera indirizzata da Giordano al Prefetto – perché, comunque, la Giunta Comunale da me presieduta di lì a poco si è riunita per assumere la variazione di bilancio con i poteri del Consiglio Comunale, ai sensi dell’art. 175 comma 4 del TUOEL, onde garantire il rispetto del 30 novembre. A ciò si aggiunga che – continua – anche se si fosse verificata l’ evenienza di non poter assumere detta deliberazione, la mancata assunzione non avrebbe comportato alcuna diffida o scioglimento del Consiglio, perché così non previsto dal Testo Unico degli Enti Locali.»