Prende a martellate assistente sociale negli uffici del Comune: arrestata

E’ entrata negli uffici del Comune di Avellino ed ha aggredito una assistente sociale e una giovane dipendente comunale: dapprima ha utilizzato un ombrello, poi ha estratto dalla borsa un martello di ferro e ha tentato di mettere a segno colpi più precisi.

Tanta paura al secondo piano del palazzo comunale dove si trovano le stanze occupate dalle assistenti sociali.

La donna di 49 anni (M.C. le sue iniziali) è stata bloccata evitando che mettesse a segno il suo intento.

Sono sopraggiunti i vigili urbani, già presenti sul posto, che hanno provveduto a caricare la donna sull’auto di servizio raggiungendo il Comando della Polizia Municipale dove si trova in stato di fermo.

E’ quindi sopraggiunta una pattuglia dei carabinieri per provvedere ad ascoltare i testimoni e svolgere le indagini al fine di ricostruire l’accaduto.

Ora si attende la decisione del magistrato, in base alle risultanze degli atti istruttori.

Il fatto è sicuramente sconcertate, per una serie di motivi.

Innanzitutto perchè l’episodio pare strettamente collegato a quello avvenuto cinque giorni fa, quando la stessa persona aggredì verbalmente due assistenti sociali in strada.

In proposito registrammo l’intervento dell’avvocato Tiziana Tomeo che denunciò, a proposito delle assistenti sociali: “Lasciate sole dal Comune”

(LEGGI QUI)

Ora le assistenti sociali non erano sole, si trovavano nei loro uffici, in luogo sicuro (?) eppure la donna è riuscita a entrare e mettere a segno – fortunatamente senza gravi conseguente – la sua volontà.

Com’è potuto accadere?

Come può una persona entrare in un ufficio pubblico e con un’arma impropria nella borsa?

All’ingresso della casa comunale, presso l’ufficio “passi”, nessuno tra gli addetti poteva immaginare che una donna apparentemente distinta ed elegante potesse avere in mente qualcosa di così grave.

Sono stati proprio i solerti addetti della portineria a intervenire tempestivamente, richiamati dalle urla provenienti dal secondo piano e immobilizzare la donna, poi presa in consegna dai vigili urbani.

Un altro quesito: perchè la donna ce l’aveva tanto con le assistenti sociali?

Perchè tanta esasperazione?

Non è la prima volta che la donna si recavain quegli uffici per sollecitare qualcosa, per reclamare probabilmente un diritto negato. Non si può sentenziare che fosse pazza, tagliando corto sull’argomento che va invece approfondito perchè non può passare come una “breve” di nera.

Il motivo di tanto livore di quella donna esiste ma ai giornalisti è stato volutamente nascosto.

Abbiamo cercato di ricevere risposte, nell’immediato, qualche dipendente stava pure fornendo il suo punto di vista, la sua testimonianza,  ma è stata stoppata da un responsabile del settore il quale ha invitato i tre giornalisti presenti ad allontanarsi, perdendo tempo con spinte e ragionamenti anzichè prestare soccorso all’assistente sociale e allertare il servizio medico.

“Lasciateci respirare”, ha ripetuto più volte l’improvvisato buttafuori.

Ha ragione, in quegli uffici faceva un caldo irrespirabile e insopportabile, coi termosifoni al massimo, in barba alle circolari anti-inquinamento.

A parte questo, una assistente sociale era in forte agitazione, piangeva e veniva confortata dalle colleghe, una giovane dipendente ha raccontanto che le sono stati rotti gli occhiali durante la colluttazione.

Sono in corso indagini ma occorrerebbe fornire un pò  di risposte agli interrogativi, alle istanze degli utenti, senza comportarsi in modo ostruzionistico nei confronti di chi frequenta gli uffici del Comune per tentare di fare informazione, non per sentirsi alle Maldive.

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