Quante volte, ed in quante famiglie, capita che al momento di recarsi dal dentista i bambini facciano resistenza con la solita ed inequivocabile esclamazione “ No, non vengo, ho paura!” ? Di sicuro accade spesso, perché è questa un’istintiva difesa dei più piccini verso qualcosa che, invece, risulta necessaria e fa bene sin dall’età di 3/4; infatti già a soli pochi anni potrà rivelarsi utile un semplice controllo così come una opportuna diagnosi ed un’attività terapeutica da parte del medico odontoiatra. Per fortuna oggi, grazie alla continua ricerca scientifica e alle più moderne tecnologie in uso, non c’è più da intimorirsi; ciò grazie alla cosiddetta “Sedazione cosciente” una tecnica anestesiologica che rende i pazienti in età pediatrica collaborativi durante la seduta e non più oppositivi.
“Tra le diverse tecniche di sedazione, c’è quella cosciente tramite l’uso di protossido d’azoto che anche noi applichiamo – ci spiega il dr. Rocco Erra, responsabile dello Studio Dentistico Erra con sedi a Salerno e Avellino – in quanto di grande semplicità e di facile approccio verso i pazienti più piccoli. Al bambino viene applicata una mascherina nasale, quindi respirerà una miscela di ossigeno e protossido d’azoto ed entrerà, in pochi minuti, in una situazione di sedazione ma senza perdere affatto coscienza. Durante la seduta, egli sarà collaborativo consentendo al dentista di poterla ultimare in modo ottimale e in tempi contenuti. Tengo a precisare che la miscela inalata non è tossica, non verrà metabolizzata e potrà essere smaltita rapidamente.”
In odontoiatria, la sedazione cosciente è una tecnica ampiamente utilizzata, già da decenni, negli Stati Uniti e nei Paesi del Nord Europa. Il protossido d’azoto, non tossico, incolore e dall’odore dolce, fu scoperto nel 1772 da Joseph Pristley ed è conosciuto anche come “gas esilarante” per gli effetti euforizzanti. E’ verificato che la sedazione cosciente dona maggiore serenità sia al piccolo paziente che ai suoi genitori perchè limita di molto lo stress associato all’intervento odontoiatrico, rendendo partecipe il bambino ed avviando un rapporto positivo col professionista che lo ha in cura. Tale metodo può essere utilizzato anche con pazienti ansiosi, fobici, dentofobici, pazienti autistici, ipersensibili alle terapie odontoiatriche che procurano nausea e vomito, ed in generale con chiunque si dimostra non collaborante. Ad ogni modo, la valutazione sull’opportunità di effettuare tale trattamento, spetta sempre al dentista con una preliminare visita odontoiatrica.