Sidigas, calcio e basket: il silenzio dei colpevoli e adesso tutti bravi e parlare

Si stanno facendo venire i mal di pancia – inutilmente – per una situazione che a loro era nota.

In ordine sparso lo stanno facendo:

sindacalisti che solo ora si preoccupano per i circa 200 dipendenti della Sidigas e altrettanti dell’indotto;

dipendenti della Sidigas che conoscevano il modo di gestione della loro azienda, da quella degli automezzi a noleggio all’approvvigionamento del contatori, alla lettura dei consumi, ai rimborsi spese e altro ancora;

utenti che invano chiedevano servizi o restituzione di importi alla Sidigas e che adesso fanno la corsa a cambiare gestore:

amministratori e politici che continuavano a prorogare il servizio di distribuzione del gas in Irpinia, per evitare che scoppiasse il bubbone, tramandando il problema ai successori;

tifosi della pallacanestro che avevano troppo presto dimenticato i problemi di gestione della società Scandone, coi cestisti che scappavano via o si rifiutavano di giocare;

presentatori di note spese e fatture della Scandone e dell’Avellino calcio che non hanno incassato un soldo, finora, reclamando inutilmente il pagamento;

tifosi del calcio Avellino che, sempre informati su tutto, sapevano dei problemi della Sidigas ma applaudirono la decisione del Sindaco Ciampi convinti che costui fosse garante della scelta compiuta, favorendo il gruppo De Cesare ad altri;

calciatori e cestisti che hanno incassato tantissimo, continuando a professare “attaccamento alla maglia”;

presidente Mauriello che, in qualità di avvocato del gruppo, e in ossequio al teorema “non poteva non sapere“, saltellava coi tifosi sotto la curva;

colleghi di certa stampa che hanno preferito essere accomodanti, accodandosi al gruppo dei “tutto va ben, madama la marchesa” per non essere ritenuti “tacchini” o additati quali “nemici della patria”, preferendo così il silenzio all’inchiesta;

collaboratori del Calcio Avellino, dal team manager al direttore sportivo, che quei problemi li conoscevano, eccome se li conoscevano e li raccontavano ad amici più o meno fidati.

Però tacevano e invocavano “non dite niente, per carità”.

Tutti tacevano e meglio avrebbero fatto a continuare così.

Invece no, adesso tutti fanno a gara nel sostenere “io lo avevo detto”.

Forse lo avevano pensato, al massimo lo avranno detto a bassa voce, perchè non c’è traccia di quelle loro esternazioni che, fatte adesso, servono a poco.

Fa specie, adesso, leggere o ascoltare pareri di personaggi in cerca di visibilità che dànno addosso a De Cesare e a Mauriello, gli stessi ai quali fino a pochi giorni fa avevano leccato i piedi e qualcos’altro (metaforicamente), mentre altri continuano a farlo, dimostrando di essere coerenti nell’opera di lecchinaggio, peraltro a scopo gratuito.

Non c’è cosa migliore del silenzio, in questa delicata fase che riguarda il futuro dell’azienda di distribuzione del gas e indirettamente delle realtà calcistiche e cestistiche irpine.

Il presidente del Coni, Saviano, che dice “Errore dare tutto in mano a De Cesare”: poteva opporsi all’epoca della scelta, ne aveva facoltà; così pure politici, direttori sportivi, allenatori e calciatori che criticano certe scelte e lo fanno adesso, dopo avere tentato invano di essere beneficiati dai padroni del gas, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe, ma solo adesso, al pari di tanti voltagabbana di mestiere.

Facile sparare a zero su De Cesare e Mauriello, in questo momento: Irpiniaoggi evita di farlo, limitandosi a riportare comunicati e atti ufficiali, da qualsiasi parte dovessero pervenire.

Per questo non troverete notizie di possibili cordate, soluzioni, possibilità, prospettive, illazioni e previsioni.

Abitualmente non prendiamo in giro i nostri lettori.

Ci scrivono in tanti: perchè non vi interessate con maggiore assiduità della Sidigas, dell’Avellino, della Scandone, del futuro sportivo in Irpinia?

Rispondiamo una volta per tutte.

Irpiniaoggi  ha espresso opinioni e cosiderazioni sulla Sidigas quando era “ora e tempo” calamitando, così, invettive e cattiverie da quanti ritenevano questo organo di informazione “quello di Taccone” (vero, operaio della Fca, poveri cristi e frustrati della tastiera?) solo perchè ci permettevamo di esprimere valutazioni e impressioni non condivise da quanti non amano conoscere la verità, gli stuzzi (con due zeta).

Perchè bisogna dire sempre che le cose vanno bene, “sennò à criatura sè squieta …”

Quanto avevamo da dire, sottolineare e criticare è negli archivi di questo organo di informazione, attraverso Google risulta tutto.

All’inizio dell’avventura sportiva, per calcio e basket, abbiamo espresso perplessità per la pessima scelta relativa a tecnici e calciatori ed altro ancora, ci siamo interessati di Alberani (LEGGI QUI) che ci aveva definito “cioccapiatti” in dialetto forlivese, ottenendo vagonate di merda, attraverso commenti pure di tesserati ora rimasti a piedi mentre noi continuiamo a camminare. (LEGGI QUI)

Irpiniaoggi ha criticato la scelta del sindaco Ciampi, ha censurato la nuova società che non aveva assunto i dipendenti licenziati da quella precedente (i sindacati che ora sbaitano per la Sidigas, dov’erano?), ha sottolineato nel nuovo Avellino De Cesare e i suioi consiglieri non volevano avellinesi se non rigorosamente raccomandati o appartenenti a famiglie di sindacalisti o politici.

Soprattutto Irpiniaoggi per primo ha parlato dei pignoramenti delle azioni del Calcio Avellino (LEGGI QUI) dei possibili scenari futuri.

In cambio di tutto questo, è stato da noi ricevuto il consiglio di essere “asettici”: lo abbiamo seguito alla lettera, continueremo a seguirlo in attesa di comunicazioni ufficiali.

Inutile fare i Don Chisciotte contro i mulini a vento, rispetto ad urlatori e leccaculo che ora, dimostrando di avere la faccia come la parte posteriore, si permettono pure di diffondere post di critica indirizzati a coloro che avevano osannato, oppure affermare: “Io lo avevo detto!”

Noi invece glielo diciamo adesso: Ma andatevene a fan…bagno e, possibilmente, state zitti mentre lo fate.

In silenzio, vi osserveremo. E poi racconteremo pure di voi.

 

 

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