“Sta prevalendo la sensazione, e speriamo di sbagliarci, che le relazioni sindacali all’ASL di Avellino si racchiudono in semplici informative ed inconcludenti confronti. Confondere la moderazione con la mancanza di determinazione è azzardato”, afferma Antonio Santacroce, Segretario Generale della CISL FP IrpiniaSannio, in un lungo comunicato stampa.
“E’ faticoso continuare a confrontarsi con un’azienda che da anni non sottoscrive un contratto decentrato integrativo, non conclude quando condiviso e sottoscritto negli incontri di delegazione trattante, ultimo il percorso delle progressioni economiche orizzontali che i lavoratori da anni attendono e bloccato per semplici cavilli burocratici, giustifica con la “quota 100” una miope ed approssimata visione organizzativa costellata da interventi estemporanei “che quando vanno bene” risultano utili solo a tamponare le criticità del momento e non si dimostrano stabili e duraturi”, prosegue Santacroce, che fa riferimento all’emergenza che puntualmente si crea all’ASL di Avellino per mancanza di personale, non soltanto durante il periodo estivo.
“L’emergenza del personale nella Sanità Irpina non è solo estiva è per tutto l’anno. Siamo stati costretti ad intervenire al fianco dei lavoratori per denunciare condizioni di lavoro al limite dalla sostenibilità. Le conseguenze dell’introduzione della “quota 100” erano scontate e come organizzazione sindacale puntualmente lo abbiamo denunciato, non condividendo il piano triennale delle assunzioni approvato dall’ASL di Avellino, piano basato su una chiara e conclamata ipocrisia che impernia l’attività principalmente nel concentrare attenzione sul “mettere a posto le carte” e nulla importa delle problematiche condizioni di lavoro a cui si espongono i dipendenti”, afferma Santacroce.
Da qui la necessità di assumere personale: “Sosteniamo da sempre che le dotazioni organiche debbano essere tarate sulla reale attività svolta e non su calcoli matematici sganciati dall’attività lavorativa ed assistenziale svolta da tutti gli operatori coinvolti nel sistema salute. La follia di questo modello di sanità consiste proprio nell’aver previsto un esiguo numero di assunzioni che non risolve la criticità lavorativa e non considera la vera attività prestata dal personale dipendente. Ci chiediamo lo scorrimento della graduatoria generale del concorso pubblico per la copertura di posti di collaboratore amministrativo ha risolto l’emergenza di professionalità all’interno dell’ASL? Riqualificare la professionalità, acquisita negli anni dai dipendenti e avviare percorsi diversi non era più semplice? Una mediocre visione organizzativa e scarsa capacità di programmazione non è più sostenibile. Non siamo disposti ad accettare tutto ciò, siamo irritati dall’assenza di sinergia tra ASL e Parti Sindacali”.