C’è chi la interpreta come un segnale negativo, malaugurante, con presagi nefasti per il futuro. La decisione del sindaco D’Alessio di non autorizzare i tradizionali fuochi di artificio per i festeggiamenti di San Nicola e Sant’Antonio da Padova non è piaciuta agli abitanti di Torelli, il popoloso agglomerato residenziale che ricade nel comune di Mercogliano.
Quei fuochi pirotecnici hanno rappresentato da sempre un motivo di vanto per il comitato festa e per i residenti della popolosa frazione del Comune che ha da poco cambiato radicalmente amministrazione. Anche con i voti di chi abita in quella zona.
Chi ha memoria lunga assicura che da almeno 70 anni quell’appuntamento mai era saltato una volta, perciò si temono eventi negativi.
I nuovi amministratori non si lasciano condizionare dalla superstizione, una cosa che non appartiene a persone che si devono professare vicino all’ambiente ecclesiastico, visto che l’Abate di Montevergine è stato uno dei loro maggiori sostenitori per il risultato elettorale appena registrato.
Eppure, per festeggiare la vittoria del nuovo sindaco e della sua lista, fu allestito uno spettacolo di fuochi d’artificio da lasciare i paesani a bocca aperta.
Ora non si può fare: questione di sicurezza, di autorizzazioni, di coraggio nell’assumersi responsabilità.
A Mercogliano si dice che ci sia un’aria nuova, che il cambiamento porterà a tante belle novità, sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, come cantava il divino Dalla.
Se la prima novità è l’eliminazione dei colorati fuochi pirotecnici per la festa più importante del paese, c’è poco da stare allegri per il futuro.
Nessuna spiegazione ufficiale.
Tra le tante ipotesi, quella di salvaguardare l’ambiente evitando l’inquinamento acustivo dovuto ai rumori degli spari, oppure la possibilità di destinare i soldi per i fuochi di artificio a qualcosa di più interessante.
In realtà pare sia stata la scarsa volontà di assumersi la responsabilità di autorizzare l’effettuazione dei giochi pirotecnici. Questione di coraggio, insomma.
Il cambiamento è pure questo: “Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente”, così scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo”.
La nuova maggioranza che amministra Mercogliano pare abbia scelto proprio la strada del gattopardismo, modificando il detto in “Cambiare tutto per cambiare in peggio”. Altro che niente…