I contagi diminuiscono, le terapie intensive iniziano a respirare, il rapporto guariti-deceduti invita all’ottimismo. Il Governo pensa alla Fase-2 dell’emergenza Coronavirus, ipotizzando il 4 maggio come data in cui far ripartire alcune attività produttive (agricoltura, costruzioni, negozi), dove il rischio contagio è relativamente basso, e “liberare” i cittadini dalla quarantena (sempre bardati con mascherine e guanti).
Si potrà tornare a lavorare seguendo le direttive, solo a distanza di sicurezza e indossando dispositivi di protezione, soprattutto chi è in contatto con il pubblico.
Chi potrà farlo lavorerà a turni, alternando le presenze in negozi o uffici, garantendo la distanza interpersonale di almeno un metro, un metro e mezzo, distanziando le varie postazioni di lavoro. Si continuerà a puntare sullo smart working, per chi ha la possibilità di poter operare da casa.
Le regole di comportamento saranno ferree, soprattutto per i clienti di negozi o altri settori produttivi che prevedono la presenza di pubblico. Si entrerà uno per volta, rispettando la fila, come accade ora davanti a supermercati o farmacie.
Parrucchieri, barbieri ed estetisti dovranno necessariamente operare su appuntamento, con un massimo di due persone consentito all’interno dei negozi.
Per evitare assembramenti in spazi ristretti, gli scienziati si dicono contrari alla riapertura di asili, scuole e università. Sarebbe impossibile limitare i danni su circa 12 milioni di persone tra studenti, docenti e personale scolastico. Gli istituti riapriranno non prima di inizio settembre.
Per quanto riguarda bar, ristoranti, alberghi e altre strutture ricettive, la ripresa dovrebbe essere più lenta, possibilmente per fine maggio, inizio giugno.