Ospedale Solofra, resta chiuso il Pronto Soccorso: uno schiaffo a Vignola

Al sindaco di Solofra, Michele Vignola,era stato garantito che non c’erano problemi circa la riapertura del Pronto Soccorso dell’Ospedale.

Il primo cittadino avrebbe messo la mano sul fuoco, rispetto alle promesse ricevuta da autorevoli personaggi manageriali e politici.

La sua mano si sarebbe bruciata e Vignola non avrebbe potuto – metaforicamente- nemmeno fare ricorso al Pronto Soccorso, inspiegabilmente chiuso.

La mancata riapertura rappresenta uno schiaffo a Vignola (anche questo metaforicamente parlando), come quello che il suo omonimo Beniamino ricevette (concretamente e con il segno delle cinque dita sul viso esangue) dall’allora presidente dell’Avellino.

Programmazione

Si sapeva dal 27 aprile scorso che il pronto Soccorso dell’Ospedale di Solofra non avrebbe più svolto il servizio, neppure al termine dell’emergenza Covid-19.

Era contenuto in un comunicato stampa dell’Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino che gestisce anche la struttura solofrana.

Il manager Renato Pizzuti aveva fatto sapere, quel giorno: “Fermo restando l’impegno per il presidio di Solofra ad assicurare il più adeguato livello di sicurezza in funzione della ripresa delle attività di elezione, che l’Azienda ha programmato di riattivare dal prossimo 4 maggio, ritengo che l’unica scelta responsabile sia quella di rinviare la riapertura del pronto soccorso al momento successivo alla necessaria rivalutazione dei vari fattori in discussione una volta che essi saranno mutati, al solo fine di tutelare la sicurezza dei cittadini, dei pazienti e degli operatori”.

Una dichiarazione vaga, senza indicazioni concrete, frasi di maniera, da cerchiobottista, concetti tesi probabilmente a non inimicarsi il sindaco Vignola al quale era stata ripetutamente garantita la riapertura dell’importante presidio.

E lui aveva creduto alle promesse, perchè avrebbe dovuto avere dubbi?

Appariva evidente – con il comunicato del 27 aprile – che il manager Pizzuti non volesse inimicarsi il Sindaco di Solofra: ci sono le elezioni regionali in vista e Vignola ha un certo peso (non solo fisico) a livello politico.

Una promessa disattesa rispetto alla quale il sindaco di Solofra dovrà ora cominciare a fare qualche ragionamento non solo per il mancato impegno nei suoi confronti, quanto per il trattamento riservato ai cittadini che rappresenza.

Disegno preciso

Ma il disegno è chiaro: il Pronto Soccorso difficilmente riaprirà, nonostante le continue assicurazioni fornite al primo cittadino di Solofra che ebbe un ruolo rilevante, in favore del presidente Vincenzo De Luca, durante le precedenti elezioni.

Ora l’Unione Sindacale di Base, attraverso il rappresentante provinciale Sergio Di Lauro, prende posizione sull’argomento.

Ecco il documento diramato, rispetto al quale non si avranno risposte concrete, nel senso che il pronto soccorso resterà chiuso.

“Resta critica almeno per alcuni aspetti fondamentali, la situazione del Presidio Ospedaliero Landolfi di Solofra appartenente all’AORN S.G. Moscati.

Nonostante vari interventi sia politici e sia sindacali, il Pronto Soccorso della struttura solofrana è ancora chiuso e non si comprende la tempistica per una riapertura.

La riattivazione del Pronto Soccorso eviterebbe l’affollamento della struttura principale di Contrada Amoretta.

Va di fatto considerato che Solofra è situata al centro di un bacino di utenza
numericamente significativo ed in prossimità di una via di comunicazione di primaria importanza, dato anche l’insediamento di diverse attività produttive ed il flusso turistico proveniente, in particolare, da Napoli e Salerno.

E’ impensabile che un paziente debba essere trasportato ad Avellino per aggravare ulteriormente una situazione già colma di
criticità.

Al momento già siamo in fase estiva e particolare disagio sta vivendo il Reparto di Ortopedia di Solofra, dove mentre viene nominato un Responsabile, allo stesso non vengono assegnate le unità infermieristiche minime per il mantenimento dei LEA.

E se a ciò aggiungiamo che in questo periodo il dipendente deve godere sia di eventuali ferie residue relative all’anno 2019 che dell’irrinunciabile periodo di ferie estive, riusciamo ad avere la giusta dimensione dell’estremo disagio organizzativo, che osiamo definire insormontabile.

Segnaliamo che anche altri reparti evidenziano una carenza di personale addetto all’assistenza, Per questi motivi l’USB chiede l’intervento della Direzione Strategica per provvedimenti che siano a tutela dell’utenza e degli operatori.

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