Solofra è divenuta “terra di nessuno”: è la sintesi della pubblica dichiarazione del consigliere comunale Antonio D’Urso il quale, attraverso un dettagliato escursus, offre uno spaccato su cui meditare.
Ve lo proponiamo.
“Sin dalla campagna elettore del 2012, questa amministrazione si presentava, dichiarando alla popolazione che avrebbe applicato
il principio di trasparenza, con successiva trasformazione del palazzo comunale in un palazzo di vetro.
Tutti i cittadini avrebbero avuto diritto alla trasparenza degli atti e delle azioni amministrative, sarebbero stati attenti a non creare difficoltà per accedere agli atti e soprattutto, avrebbero goduto della libertà di accesso alla casa Comunale.
La trasparenza tanto vantata nella campagna elettorale, doveva essere una funzione di tutela e garanzia degli interessi individuali coinvolti dall’azione amministrativa.
A distanza di oltre nove anni dal primo insediamento, questa amministrazione nel corso delle stagioni trascorse, ha rivoluzionato
e cambiato totalmente idea sia sulla trasparenza che sulla
tutela dei cittadini, ma soprattutto ha letteralmente “demolito”
il progetto di quel bel “palazzo” di trasparenza che avrebbe
dovuto costruire.
Questa amministrazione vive fuori da ogni logica legata al nostro territorio; questa amministrazione, con il suo modus operandi dimentica la crisi che il nostro distretto industriale sta subendo da diversi anni a questa parte.
Sempre quest’amministrazione, oblia il disagio sociale ed economico
che la pandemia mondiale legata alla diffusione del Covid-19
ha portato.
E’ risaputo che la crisi e la pandemia ha rallentato ogni processo economico e lavorativo, ma questa amministrazione fa finta di niente aumentando in un momento così difficile gli oneri di urbanizzazione e costruzione nonché i diritti di segreteria, introducendo una tariffa per qualsiasi accesso agli atti comunali.
Mentre il governo centrale introduce e migliora la ristrutturazione edilizia attraverso incentivi come il bonus per la ristrutturazione del patrimonio edilizio attraverso il 110%, l’amministrazione solofrana,
facendo finta di niente, entrando a gamba tesa, impone un aumento delle tariffe dimenticandosi di aumentare il personale con incentivi dallo stato.
Personale utile al fine di smaltire le numerose richieste di accesso agli atti per nuovi progetti di ristrutturazione.
Così facendo, quest’amministrazione, lascia trapelare solo e soltanto la volontà di approfittare del momento utile a fare cassa a discapito della comunità.
Ha valutato un momento utile per un possibile sviluppo del patrimonio immobiliare locale, come una ghiotta opportunità di entrate.
Meglio approfittarne che aiutare un possibile sviluppo economico in direzione della comunità.
È passato pure il momento del “siamo alla frutta”. Oramai, siamo giunti al dolce.
È chiaro a tutti che questo territorio è diventato terra di nessuno, oggetto di vendita per accordi politici-personali.
Basti pensare a Pizzuti che fa dell’ospedale quello che vuole; ed ancora l’ASI, che improvvisamente chiede tariffe per i servizi nella zona industriale nonostante gli stessi siano già pagati dai cittadini.
La cattiva gestione della cosa pubblica, o meglio, la non gestione della stessa, è palesemente sotto gli occhi di tutti.
Assistiamo, continuamente ad un tutti contro tutti, non esiste un serio programma di sviluppo industriale; non esiste un serio programma sulla qualità dell’aria; in nove anni non è stato fatto niente per la problematica legata al dissesto idrogeologico del territorio; non c’è un serio programma sul lavoro; opere pubbliche abbandonate e ferme al palo da anni.
Di fronte ad una politica assente, il singolo cittadino, il popolo, ha il diritto di alzare la voce e di chiedere di essere difeso. Ha diritto di essere rispettato e non abbandonato alle solite e vecchie promesse.
Ci vuole un riscatto sociale, un rispetto territoriale. La popolazione è stanca, è allo stremo.
Ha bisogno di un governo cittadino che garantisca alla comunità sviluppo e lavoro. Ha bisogno di un governo che dia risposte chiare alle future generazioni, le quali hanno bisogno di nuove e vere prospettive di lavoro, senza le quali, questo territorio sarà costretto ad un declino indicibile.
A questo punto, con un forte appello, la strada da percorrere, è una.
L’amministrazione in toto, rimetta il suo mandato.