Quote rosa, D’Ercole: anche Carfagna dice no

Quote rosa, D’Ercole: anche Carfagna dice no
“Il “no” del ministro alle pari opportunità Mara Carfagna alle quote rosa, dimostra che eravamo nel giusto, nel dire “no” al listino ed alla sua utilizzazione come “riserva indiana” per garantire l’elezione delle donne in Consiglio regionale”. Così il capo dell’opposizione in Consiglio regionale, Fr…

Quote rosa, D’Ercole: anche Carfagna dice no

“Il “no” del ministro alle pari opportunità Mara Carfagna alle quote rosa, dimostra che eravamo nel giusto, nel dire “no” al listino ed alla sua utilizzazione come “riserva indiana” per garantire l’elezione delle donne in Consiglio regionale”. Così il capo dell’opposizione in Consiglio regionale, Francesco D’Ercole, ha preso atto e commentato le dichiarazioni della giovane esponente del Governo Berlusconi nel corso del convegno organizzato dall’Unione Industriali di Napoli sul tema “Donne, Istituzioni ed Imprese”. “Anzi – continua ancora D’Ercole – il ministro è andata ancora oltre, il semplice “no” alle “quote rosa”, ma, dicendosi sfavorevole a “tutto ciò che impone per legge la presenza delle donne nelle Istituzioni” si è detta sfavorevole anche alla doppia preferenza, purchè indirizzata ad un uomo e ad una donna, che considera una sorta di “imposizione normativa”.” “E siamo perfettamente d’accordo con lei – aggiunge – quando sottolinea che la presenza femminile in politica va garantita anzitutto attraverso la struttura dei partiti, perché sono quelle le stanze che bisogna, prioritariamente, aprire all’ingresso delle donne, se si vuole davvero garantire la formazione, la crescita e l’affermazione di una classe dirigente al femminile capace di assumersi, poi, compiti e responsabilità istituzionali”. “Altrimenti – conclude D’Ercole – c’è il rischio che, più che garantire le donne, questa imposizione serva a “garantire” chi le ha indicate, cui sarebbero costrette ad essere, poi, riconoscenti per l’intera legislatura ed anche oltre, onde assicurarsi un posto in lista per più legislature. E poi, diciamolo apertamente e francamente, pari opportunità, significa garantire anche alle donne la possibilità di partecipare alla competizione elettorale e poter, quindi, vincere. Non di vincere, senza avere neanche la necessità d’impegnarsi. E questo anche per il rispetto che le donne meritano”.

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