Ecstasy, una vita stupefacente: testimonianze drammatiche

di Pierluigi Vergineo

L’Ecstasy è un vecchio composto chimico degli anni sessanta derivato dall’anfetamina identificato con la sigla MDMA e commercializzato sotto forma di pasticche compresse con nomi svariati come Eva, Adam, ufo, cuoricino.

Possiede un potente effetto stimolante, euforizzante  ed anoressizzante. Migliora la capacità di attenzione e di concentrazione, dà coraggio, potenzia la memoria, fa riaffiorare ricordi di infanzia. E’ un empatogeno  e consente di entrare in sintonia con gli altri favorendo sensazioni di intimità e vicinanza.  l’introspezione ed il contatto con se stessi. La combinazione con la musica ed il ballo può essere pericolosa in quanto non consentendo di avvertire la fatica determina iperattività e ipertemia fino a 40 gradi con collassi e aritmie cardiache.

La morte è improvvisa per problemi cardiocircolatori. Sono descritti in letteratura casi di necrosi epatica fulminante, di depressione profonda, di crisi dissociative (deliri di persecuzione, attacchi di panico, paure incontrollabili, voci allucinatorie), di demenza o  di parkinsonismo nei soggetti predisposti. Quando l’effetto svanisce ci si sente depressi e irritabili.  La sua produzione è abbastanza semplice. Non è necessario un vero laboratorio chimico ma una semplice cucina ed uno stampo per trasformare la polvere in pasticche. 

La testimonianza è quella di un giovane irpino che  in seguito all’assunzione di pasticche è “impazzito”. La sua vita dal 1998 è stata un continuo perdere. Abbandona gli studi di ingegneria nonostante un buon  curriculum scolastico. Gestisce un negozio ma rapidamente fallisce. Perde la fidanzata che spaventata fugge lontano. Inizia ad avere problemi di giustizia per piccoli furti negli ipermercati.

Adesso grazie alla terapia neurolettica sta meglio. Le carceri ormai sono ridotti a gironi infernali dove i suicidi rispetto allo scorso anno sono raddoppiati. Anche poliziotti penitenziari si tolgono la vita. In una recente circolare del ministero di grazia e giustizia si parla per l’intero territorio nazionale di  64 casi in dieci anni con una media superiore alle sei unità l’anno.  Abbiamo avuto casi clamorosi. Un poliziotto si è impiccato davanti la sua abitazione, un altro prima ha ucciso la moglie poi si è suicidato. A Sulmona addirittura la Direttrice si è tolta la vita. In Calabria un dirigente Regionale  si è sparato.  Se non sarà cambiata la  “Legge  Fini sulle droghe” che inasprisce le pene per i tossicodipendenti , la Legge Bossi Fini sull’immigrazione clandestina, questa strage continuerà.

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