di Dino Manganiello
La famiglia D’Agostino ha capito che il capitombolo è una eventualità che non si può non considerare. Ed allora ha cominciato a guardarsi intorno: sondaggi per non farsi trovare impreparati in caso succeda l’irreparabile, ovvero che nel gruppo che forma lo scialbo Avellino di questo inizio stagione non scatti la scintilla attesa da Piero Braglia.
Nel malaugurato, ma possibile caso, a farne le spese, a quanto pare, non sarebbe solo il tecnico, ma a meno di sorprese e ribaltoni, risulterebbero accamunati da identico destino allenatore e buona parte dello staff. Incluso il Ds. Si tratterebbe insomma di una rivoluzione con l’obiettivo di avviare un mini traghettamento, ovvero navigare a vista fino al giro di boa e poi metter mano al mercato di gennaio partendo dalle cessioni. Semplice a dirlo, è giusto sottolineare, più che a farlo.
Al netto di ciò, con mezza squadra azzoppata (altro triste refrain di questa stagione) l’Avellino si appresta alla trasferta di Catania, dove perde regolarmente da 20 anni. Tra malconci e assolutamente out l’elenco comprende Maniero, Scognamiglio, D’Angelo, Carriero, Kanoute e Ciancio. Possibile l’utilizzo di Rizzo a destra basso nel 4-3-3 e Plescia davanti dal primo minuto. Nel tridente, a sinistra, Totò Di Gaudio. Per ora l’unico al quale riesce di regalare la famosa, ma piccola e non sufficiente scintilla.