I tre tunnel e l’alta (in)capacità

Possiamo giudicare la nostra classe politica sulla base di tre opere pubbliche. La prima è il grande traforo della lunghezza superiore a 20 chilometri lungo il quale transiteranno i treni dell’alta capacità ferroviaria della nuova tratta fra Napoli e Bari. Il grande tunnel si è reso indispensabile per consentire la modifica del tracciato ferroviario, permettendo così di fare uscire l’Irpinia dallo storico isolamento nel quale versava. Realizzare una mega galleria piuttosto che seguire l’originario percorso che unisce il Sannio con la Puglia può apparire l’ennesimo sperpero di denaro pubblico, ma in realtà si tratta di una scelta lungimirante, che tutela un territorio già dotato di una infrastruttura (il Sannio), permettendo ad un altro (l’Irpinia) di svilupparsi adeguatamente. Non è azzardato dire grazie alla classe politica irpina che ha lottato e vinto questa battaglia tutt’altro che facile. Non si può dire la stessa cosa per il secondo tunnel, quello della città di Avellino. Progettato inizialmente come una galleria che avrebbe dovuto collegare la zona sud d’ingresso di Avellino con il quartiere di San Tommaso, il tunnel si è poi trasformato in una galleria a metà, avendo dimezzato la sua estensione e molto probabilmente la sua stessa utilità. Utilità che al momento è pari a zero, dal momento che il tunnel iniziato nel lontano 2007 non è ancora stato completato. C’è un terzo tunnel, che per ora è soltanto una idea. Lo ha proposto il presidente uscente della provincia nonché ex sindaco di Avella Domenico Biancardi, che vorrebbe costruire una galleria per unire la valle Caudina con il territorio di Baiano-Avella. Il tracciato dovrebbe avere una lunghezza di pochi chilometri, utili per consentire di arrivare da Cervinara nel mandamento e quindi nella stessa città di Avellino in pochi minuti. Per passare dalle parole ai fatti serve uno sforzo corale della politica irpina, che deve impegnarsi nel chiedere e ottenere finanziamenti adeguati, proprio come è accaduto per il tunnel ferroviario, il solo per ora che si può definire di alta capacità, a differenza di quello avellinese.

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