Avellino-Taurino: solo la firma, ma la società non ha ancora svoltato

Taurino

di Dino Manganiello

 

Dal lotto di nomi alla lotta a tre fino al ballottaggio tra due pretendenti. Alla fine per la panchina dell’Avellino l’ha spuntata Roberto Taurino (nella foto) la cui firma è attesa per domani, martedì, con presentazione ufficiale con ogni probabilità a settimana ampiamente inoltrata anche perché ci sarà da parlare di tante cose vis-a-vis la società. Quindi, a meno di sorprese che al momento potremmo definire davvero improbabili, il nuovo trainer biancoverde sarà il rampante leccese classe ’77 con esperienze in D sulle panchine di Bitonto e Nardò, una stagione in chiaroscuro a Viterbo tra i pro in C e l’ottimo campionato scorso alla Virtus Francavilla. Motivato e motivatore, grintoso, affamato, bravo a stimolare e lanciare i giovani, Taurino è una scommessa, se vogliamo. Così come Avellino è una scommessa per Taurino, alla prima avventura alla guida di una big che punta al bersaglio grosso, con il conseguente fardello di passione e pressione.

Intanto la notizia dei domiciliari per tre tifosi accusati di aver minacciato e derubato Claudiu Micovschi dopo il ko con il Foggia nei playoff non può di rimbalzo non far tornare in mente le dure parole della società contro i calciatori nel corso proprio della conferenza stampa dopo la sconfitta con i pugliesi e la decisione di farli allenare a porte aperte. Prima dei fattacci si potevano definire uscite ineleganti, probabilmente infelici. Nonostante il comunicato con il quale il club ha preso le distanze dall’accaduto, ora che la cosa è diventata di dominio pubblico (e di rilevanza nazionale), ricordare quelle frasi e quella iniziativa è disturbante. Un altro errore? Un’altra lezione da mandare a memoria? Con la speranza che sia l’ultima.

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