Parlati: «Avellino affamato ma il Cerignola sarà attento. Nessuno avrebbe mai pronosticato questa classifica»

Parlati: «Avellino affamato ma il Cerignola sarà attento. Nessuno avrebbe mai pronosticato questa classifica»
Emanuele Parlati, giornalista del quotidiano pugliese "L'edicola del Sud" 

Comincia la marcia di avvicinamento all’ottava giornata di campionato. L’Avellino di Roberto Taurino, dopo la figuraccia dello “sfida” contro il Crotone, sarà chiamato a scendere in campo sabato alle 17:30 contro la neopromossa Audace Cerignola. La compagine di mister Pazienza è fin qui una delle sorprese del campionato essendo l’unica compagine a non aver perso contro il Catanzaro. Andiamo dunque a conoscere il prossimo avversario dei lupi insieme a Emanuele Parlati, giornalista del quotidiano pugliese L’edicola del Sud.

Emanuele, partiamo dal momento dell’Audace e dai dieci punti in classifica conquistati dopo appena sette giornate di campionato… 

«Non può sorprendere il cammino dell’Audace in questo primo tratto di stagione. La società è ambiziosa, specie dopo il ritorno al timone della famiglia Grieco. È chiaro che da matricola l’obiettivo tassativo resta la salvezza ma in società e nell’ambiente si nutre l’idea di rivestire il ruolo di mina vagante. I dieci punti conquistati nelle prime sette di campionato sono certamente un buon bottino. A mio parere, è stata fondamentale la vittoria di sabato scorso contro il Messina che ha allontano le nubi che si erano formate dopo le tre sconfitte consecutive fra campionato e coppa. Sono stati tre punti importati sia per il ritorno alla vittoria, che mancava da quasi un mese, sia perché ottenuti in uno scontro diretto. Adesso all’orizzonte c’è un trittico di partite, contro Avellino, Taranto e Pescara, che chiariranno gli orizzonti della squadra di mister Pazienza»

Al di là dell’obiettivo salvezza, il Cerignola è stata fin qui l’unica compagine del Girone C ad impensierire una corazzata come il Catanzaro… 

«L’avvio di campionato dell’Audace può dirsi più che positivo. Fatta eccezione per la gara iniziale contro il Monterosi, dove ha influito molto il viaggio, e la sconfitta contro la Gelbison, i ragazzi di mister Pazienza se la sono giocata praticamente contro tutte le avversarie. Anche contro il Monopoli, nonostante la sconfitta, i gialloblù hanno disputato un’ottima prestazione tant’è che la gara sembrava destinata al pari. La partita contro il Catanzaro può rappresentate forse l’apice delle prestazioni perché solo a recupero inoltrato la formazione di Vivarini è riuscita ad acciuffare il pareggio. Quasi tutti al “Monterisi” credevano di esser riusciti nel grande colpo prima per della zampata di Pontisso. Fin qui l’Audace ha dimostrato grande agonismo, intensità, determinazione e lotta su ogni pallone. È una squadra costruita per una salvezza tranquilla, e i nomi in rosa suggeriscono tale ipotesi». 

Audace Cerignola – Catanzaro | © Audace Cerignola

Veniamo quindi alla partita di sabato contro l’Avellino. Che gara sarà quella del Partenio?

«Non devo certo scoprire io quanto sia complicato giocare in una piazza calda come Avellino. Ad inizio stagione probabilmente in pochi avrebbero pronosticato che l’Audace si sarebbe trovata davanti in classifica all’Avellino prima del confronto diretto. Bisogna stare attenti, specialmente alla voglia di rivalsa dell’Avellino dopo un inizio di stagione incerto. I lupi vorranno dimostrare di non valere l’attuale posizione in classifica e di questo l’Audace ne è conscia. Sarà una sfida interessante, fra due allenatori che sanno leggere bene le gare in corsa e che sanno adattarsi all’avversario. Mi aspetto una gara spettacolare sia agonisticamente che tatticamente». 

Nonostante il blasone l’avvio di stagione dell’Avellino è però deludente. Come te lo spieghi?  

«Le vicissitudini estive, legate agli esuberi, non hanno creato i presupposti giusti per una partenza in campionato consona al blasone dell’Avellino. Nonostante le difficoltà è stata comunque costruita una squadra molto valida, con calciatori che conoscono a menadito la categoria. Aya, Tito e Murano, giusto per citarne qualcuno, sono elementi impressionati per la Lega Pro. In questo inizio di stagione ha forse influito anche l’adattamento dello stesso Taurino. Quando si cambia allenatore serve sempre un po’ di tempo per creare la giusta amalgama e per poter assimilare gli schemi di gioco. Un altro grande problema è sicuramente l’attacco che fin qui ha singhiozzato e non poco. Al di là del momento negativo sono sicuro che alla lunga la squadra biancoverde potrà venir fuori e riportarsi nelle zone di classifica che merita». 

Crotone-Avellino | © Crotone

Venendo al Girone C, nei piani alti della classifica ci sono già due corazzate. Chi credi alla fine la spunterà? 

«Catanzaro e Crotone sono da prima fascia e la classifica attuale lo conferma. Il Catanzaro, anche se per merito del Cerignola, al “Monterisi” è incappato in una giornata non proprio proficua, ma è l’indiziata principale, insieme al Crotone, per il salto di categoria. Non escluderei poi il Pescara che attualmente insegue la coppia di testa. La squadra di Colombo è quadrata, magati non avrà gli stessi nomi e alternative di livello come le due calabresi, ma in questo momento gode di ottima forma. Poi sulla carta potevano venir fuori squadre come Avellino e Foggia che però hanno avuto un inizio di stagione non proprio brillante. C’è infine da sottolineare l’inizio di stagione delle matricole. L’Audace Cerignola è a dieci punti, poco più sopra Gelbison e Giugliano a quota undici. Si tratta di tre squadre che stanno viaggiando a ritmi davvero alti. A differenza dell’anno scorso, con la fuga verso la Serie B del Bari, credo che la stagione in corso possa essere più livellata ed equilibrata».

Veniamo infine alla sostenibilità. Sempre più partite alle 12:30, non credi si vada a compromettere il seguito dei tifosi?

«È indubbio che quello fatto dalla Lega Pro è un ragionamento giusto. La storia della Lega Pro insegna che diverse società negli anni hanno avuto a che fare con problemi di bilancio e mancate iscrizioni. Sarei d’accordo con la sperimentazione dei nuovi orari in modo da assicurare una maggiore visibilità alla terza serie nazionale per poi verificarne gli effetti. Un conto è però giocare la domenica, anche alle 12:30, un altro giocare il sabato che è un giorno lavorativo. Qualcosina a livello di presenze può venir meno. Basti pensare che contro il Catanzaro al “Monterisi” c’erano circa 5.000 spettatori per poi scendere a meno di 2.000 nelle gare successive. A mio avviso tutto ruota attorno al giorno e all’orario della partita». 

SPOT