“Il ruolo delle Associazioni e Istituzioni nel contrasto al l’illegalità”: è l’iniziativa della Cgil Avellino, Libera Campania e ANPI con il Patrocinio della Provincia di Avellino subito dopo la Giornata del 21 Marzo in ricordo di tutte le vittime innocenti di mafia. Appuntamento a mercoledì 22 Marzo ore 17:30 presso la Sala Grasso della Provincia.
Il Segretario Cgil Franco Fiordellisi presenta l’iniziativa che vuole offrire spunti l’agire collettivo, insieme a Giovanni Capobianco Presidente Anpi Provincia Avellino, Mariano Di Palma referente Libera Campania, Luciano Brancaccio di Lirmac, Domenico Airoma, Procuratore della Repubblica di Avellino, il Segretario generale Nicola Ricci, Cgil Napoli Campania, il Presidente Rizieri Buonopane della Provincia di Avellino che patrocina l’iniziativa, vuole offrire spunti l’agire collettivo.
«È importante dare forza e prospettive concrete alla lotta all’illegalità e al crimine organizzato anche perché l’immane sacrificio di tante persone uccise dalla criminalità organizzata deve richiamare tutte e tutti ad un costante e straordinario impegno in particolare delle associazioni e delle Istituzioni – dice il segretario della Cgil irpina- Spesso le realtà territoriali, che non sono riconosciute come a rischio criminalità organizzata – continua Fiordellisi- sono il retroterra dove le associazioni mafiose si rigenerano.
Di fatto mutuando le parole di don Ciotti. Intervistato sul palco del congresso Cgil a Rimini, ricorda che “l’ultima mafia è sempre la penultima, anche perché il codice genetico delle mafie affida alla sua creatura un imperativo: rigenerarsi”. E ancora: «L’iniziativa del 22 marzo vuole dare elementi per battere i pericoli d’infiltrazioni malavitose e di corruzione, che possono vanificare il lavoro di Istituzioni, imprese, sindacato e associazioni , per cui bisogna avere trasparenza negli atti, ed è necessario dare attuazione agli accordi che prevedono tavoli di confronto e negoziazione ai vari livelli territoriali.
La criminalità e le associazioni malavitose esercitano il loro potere attraverso il controllo sociale del territorio, ma anche attraverso la pervasività negli ambiti istituzionali amministrativi, e per questo dobbiamo contrapporre un potere di controllo sociale democratico, trasparente e legale. Se l’attività politica non agisce per rimuovere ingiustizia, povertà e discriminazioni, ed anzi è opaca, diventa essa stessa criminogena».