Rifiuti, Ciampi: “I sindaci scelgano la gestione pubblica”

Vincenzo Ciampi

«La gestione del ciclo integrato dei rifiuti deve restare totalmente pubblica». Il consigliere regionale del M5s, Vincenzo Ciampi, chiama a raccolta al circolo della stampa gli attivisti avellinesi per fare il punto sulla partita, tutta politica, della riorganizzazione del ciclo integrato dei rifiuti. Una riunione preliminare all’incontro in programma per lunedì, 8 maggio, organizzato dai quattro consiglieri regionali e che vedrà la partecipazione dei sindaci, del presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, del presidente dell’Ente d’Ambito, Vittorio D’Alessio, e del vicepresidente della giunta regionale, Fulvio Bonavitacola.  Ciampi punta il dito contro il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, reo di aver «generato l’attuale caos con la sua decisione di staccarsi dall’Ato per creare il sub ambito distrettuale». Scelta legittima ma che, aggiunge il consigliere del M5s, «disconosce la norma regionale (legge 14 del 2016) che pone in capo all’Ato la competenza della scelta gestionale del servizio. Ente d’Ambito che già a luglio del 2021 si era espresso in maniera chiara per la gestione pubblica. Né i sub ambiti distrettuali possono essere interpretati come repubbliche autonome: sono articolazioni territoriali dell’Ato e devono attenersi alla forma di gestione da questo individuata. Solo il gestore può essere scelto dal sub ambito e Festa sbaglia nel coinvolgere il privato». Inoltre, secondo Ciampi, non regge la narrazione del sindaco del capoluogo secondo il quale in questo modo i cittadini avellinesi pagheranno una tariffa meno salata: «non si capisce tale dichiarazione di Festa su cosa fondi le sue radici visto che la Corte dei Conti, tra i vari rilievi sostanziali avanzati contro la scelta del sindaco, evidenzia la mancanza di un piano economico finanziario e di un piano industriale».

L’esponente dei Cinque stelle in consiglio regionale chiama in causa anche l’Ente d’Ambito di Collina Liguorini che, invece, va avanti con la costituzione della newco “Irpinia rifiuti zero”, nonostante i rilievi della Corte dei Conti e le perplessità sui costi di un’operazione che ricadrebbe per intero sui comuni: «la legge non consente all’Ato di essere al tempo stesso controllore e controllato attraverso una propria società: la funzione di regolazione e programmazione del servizio e quella di gestione dello stesso devono restare separate». Di qui l’appello alle fasce tricolori irpine: «il M5S è per la gestione totalmente pubblica dei rifiuti, ma il pallino adesso è in mano ai sindaci che sono i veri attori decisori dell’operazione». Sindaci che, però, sono tra i debitori dell’attuale società provinciale, Irpiniambiente, che vanta ben 44 milioni di euro di crediti dagli enti locali. Ed è questo l’aspetto su cui i fautori della gestione privata o mista fanno leva. Ma Ciampi non ha dubbi: «se un sindaco non paga un fornitore pubblico perché dovrebbe saldare un privato? In un sistema virtuoso la Tari pagata dai cittadini andrebbe riversata, in quota parte, a chi gestisce il servizio e lo fornisce a quegli stessi cittadini».

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