De Feo: Primo maggio di speranza

De Feo: Primo maggio di speranza

Festa del lavoro, ecco la nota del segretario provinciale della Uil Franco De Feo:
“L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro” questo il motto scelto, ad Avellino, da CGIL, CISL, UIL, UGL e Diocesi, per una festa dei lavoratori che cade in un periodo particolarmente difficile per l’Europa, per l’Italia e per il Mezzogiorno. Il consolidarsi della crisi del sistema economico e produttivo è un fatto certo, nonostante le continue rassicurazioni del Governo ed i richiami all’ottimismo. Cresce il disagio di migliaia di famiglie ed aumentano i livelli di povertà e di precarietà. La piccola e media impresa è tutt’altro che fuori dalle difficoltà. In questi ultimi mesi il sindacato ha dettagliatamente illustrato la situazione, numeri alla mano, dei cassintegrati, dei precari rimasti senza contratto e dei disoccupati in continuo aumento. La nostra preoccupazione maggiore è rivolta alla crisi del settore Industria, al manifatturiero, ai distretti industriali del tessile e del conciario, al comparto dell’edilizia e delle costruzioni, al commercio ed alla grande distribuzione, per i riflessi produttivi ed occupazionali che ha già prodotto nel mondo del lavoro. A partire dalla FMA, con l’occupazione diretta e dell’indotto, sono necessarie riflessioni ed approfondimenti del piano FIAT, presentato il 21 aprile scorso, che dovrà essere esaminato per stabilimento per comprendere fino in fondo i volumi produttivi, i tempi di realizzazione del piano ed il futuro occupazionale. Ci vogliamo confrontare per avere esplicitamente delle garanzie di stabilità e di mantenimento dei livelli occupazionali. Bisogna ripartire sul treno della speranza per le vecchie e le nuove generazioni. Il nostro deve essere un impegno per determinare un nuovo patto sociale ed istituzionale per “lo sviluppo e l’occupazione” nella nostra provincia, questo il grande obiettivo unitario che tenteremo di perseguire da subito, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. In una prospettiva di concertazione, pur rivendicando l’autonomia della nostra storia laica e riformista e l’indipendenza dagli schieramenti politici, siamo fortemente interessati ad un lavoro comune che rilanci la programmazione per lo sviluppo della nostra provincia in un’ottica di riequilibrio delle opportunità regionali. Se confermata sarebbe vergognosa la decisione di escludere l’Irpinia dagli accordi di reciprocità, a conferma di una volontà di isolare sempre di più le zone interne della Campania e rendere marginale il ruolo decisionale dei tavoli istituzionali di periferia. In entrambi i progetti strategici per lo sviluppo – piattaforma logistica in Valle Ufita e progetto portante per Avellino ed il suo hinterland, condivisi dalle OO.SS. e dalle forze imprenditoriali, sono previste infrastrutture materiali ed immateriali, poli telematici a servizio delle Imprese, ristrutturazione ed ammodernamento della viabilità di contorno per determinare infrastrutture di qualità a servizio delle aree industriali e dei distretti industriali di Solofra e di Calitri. Sarebbe stato l’inizio di un percorso di avvicinamento ai corridoi di sviluppo europei con collegamenti ottimali con l’Alta Capacità NA-BA ed il completamento della Contursi – Grottaminarda. Bisogna recuperare rapporto sinergico con la politica regionale e con il Governo della campania ed in tale ottica, anche più generale, proponiamo un primo maggio unitario, insieme alla Chiesa avellinese, rilanciando le proposte per lo sviluppo dell’Irpinia,da inserire in nuovo patto sociale ed istituzionale per lo sviluppo e per l’occupazione. All’Irpinia serve una concreta politica di investimenti, dall’ammodernamento dell’attuale dotazione infrastrutturale, viabilità, logistica e telematica, per elevare la competitività delle nostre produzioni sui mercati nazionali ed internazionali. Riteniamo necessario rilanciare i tavoli di confronto con l’Ente Provincia, per dare nuovo impulso e centralità alle politiche per il lavoro. E’ indispensabile sostenere le piccole medie imprese locali con formazione e ammodernamento tecnologico, difendendo le più virtuose dalla concorrenza spietata di aziende che sfruttano il sommerso, le evasioni contributive e le inadempienze contrattuali ed in materia di sicurezza. In materia SCOLASTICA non accettiamo ulteriori tagli al personale della scuola di ogni ordine e grado, non possiamo essere concordi su iniziative governative che dalla precarietà attuale collocherebbero insegnanti e personale ATA in una condizione di ulteriore e più catastrofica condizione di disoccupato. La nostra rivendicazione deve essere di difesa dei posti di lavoro, attivando iniziative unitarie a sostegno delle giuste e sacrosante rivendicazioni del personale precario. Per quanto riguarda la risorsa ACQUA siamo schierati per il NO alla privatizzazione ed in difesa delle esperienze tecniche e delle professionalità di lavoratori dipendenti da Aziende pubbliche; allo stesso modo riteniamo necessario definire il ruolo strategico dell’”Alto Calore Servizi” valutando l’opportunità di ricondurre ad unità le due Aziende (Servizi e Patrimonio) per determinare i requisiti necessari a proporsi nella gestione del servizio, nell’ambito del ciclo integrato delle acque e della depurazione. Garantire servizi di qualità, tariffe sopportabili e salvaguardia dei livelli occupazionali, queste le nostre aspettative, questi i nostri obiettivi sindacali. In materia di rifiuti siamo proprio convinti che bisogna fare di più a livello di concertazione attivando, da subito, un tavolo di confronto con la Provincia ed Irpinambiente che determini tempi organizzativi, trasferimento del servizio e stabilizzazione dei lavoratori del ciclo alle dipendenze della società pubblica. E mai come in questo momento si deve riaffermare la cultura della legalità, facendo fronte comune contro i tentativi di infiltrazione delle organizzazioni criminali nel tessuto produttivo irpino, promuovendo la cultura del lavoro, garantendo un costante controllo del territorio, elemento fondamentale per la crescita delle imprese e per la nascita di nuove esperienze produttive. Questo primo maggio deve anche inaugurare una nuova stagione di solidarietà e sancire nuovi principi di inclusione sociale. I sindacati puntano al coinvolgimento delle istituzioni e degli enti nel supporto alle nuove povertà per un intervento deciso nelle dimensioni del disagio sociale per garantire alle famiglie in difficoltà dignità e diritti, estendendo gli ammortizzatori sociali anche alle migliaia di giovani precari e riformando il welfare. Sindacati e chiesa sollecitano le istituzioni e la politica a definire nuovi riferimenti per l’inclusione sociale, determinando le condizioni affinchè anche i soggetti più deboli non debbano pagare, oltre ai disagi della crisi economica, anche il prezzo dell’emarginazione dovuta ad un divario, sempre crescente, tra classi sociali di diversa estrazione e disponibilità economica. Il Governo deve porre al centro della propria azione politica e parlamentare le ragioni del lavoro e della famiglia, in modo serio ed incisivo, lasciando da parte gli squilli di tromba ed i messaggi mediatici che non corrispondono a provvedimenti legislativi e regolamentari conseguenti. La politica deve cominciare a dare risposte concrete, aldilà delle misure di emergenza, deve cominciare a parlarci di futuro, di progetti, di programmazione per lo sviluppo. Noi siamo pronti e disponibili a fare la nostra parte, in caso di inerzia o indisponibilità, proporremo alle altre sigle sindacali l’avvio di una lunga fase di lotta e di mobilitazione.

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