1° maggio, l’intervento del segretario della Uil, Franco De Feo

1° maggio, l’intervento del segretario della Uil, Franco De Feo

“Un vivo ringraziamento da parte della UIL a S.E. Mons. Marino ed ai vescovi delle Diocesi Irpine, alle Autorità presenti, alle Amministrazioni pubbliche che hanno voluto testimoniare una significativa vicinanza ai lavoratori e l’interesse per la risoluzione dei problemi determinati dalla crisi produttiva ed occupazionale nella nostra provincia. Abbiamo condiviso un documento contenente riflessioni a più mani, il cui protagonista è l’uomo che lavora ed il suo impegno nel mondo della produzione e delle professioni. Un modo nuovo di celebrare il 1° maggio, con un messaggio chiaro a tutti i soggetti del mondo della produzione, delle Istituzioni locali, della politica e delle forze di governo, regionali e nazionali. Bisogna far ripartire il treno della speranza per le vecchie e le nuove generazioni. Il nostro deve essere un impegno per determinare un nuovo patto sociale ed istituzionale per “lo sviluppo e l’occupazione” nella nostra provincia, questo il grande obiettivo unitario che tenteremo di perseguire da subito, già nelle prossime settimane. In una prospettiva di concertazione, pur rivendicando l’autonomia della nostra storia laica e riformista e l’indipendenza dagli schieramenti politici, siamo fortemente interessati ad un lavoro comune che rilanci la programmazione per lo sviluppo della nostra provincia in un’ottica di riequilibrio delle opportunità regionali. Se confermata, è certamente vergognosa la decisione di escludere l’Irpinia dagli accordi di reciprocità, a conferma di una volontà di isolare sempre di più le zone interne della Campania e rendere marginale il ruolo decisionale dei tavoli istituzionali di periferia. La condizione della nostra provincia è drammatica, il disagio sociale, le nuove povertà e le famiglie in difficoltà sono incredibilmente aumentate, aprendo uno scenario in cui i diritti, la dignità e le tutele sono in crisi. Basta fare attenzione ai livelli di sommerso ed alle inadempienze in materia contrattuale e per la sicurezza, per rendersi conto della insopportabile condizione dei diritti essenziali. La precarietà del lavoro nel privato, come nel pubblico, è una regola che consolida una difficoltà evidente dei giovani a realizzare un proprio ruolo nella società civile ed a costituire le famiglie del futuro, intanto aumenta l’emigrazione. Per questo abbiamo chiesto con forza, e lo ribadiamo oggi, di estendere gli ammortizzatori sociali anche alle migliaia di giovani precari, in particolar modo del mondo della Scuola e della pubblica amministrazione. Per questo diciamo NO ad ulteriori tagli al personale della scuola di ogni ordine e grado, non possiamo essere concordi su iniziative che dalla precarietà attuale collocherebbero insegnanti e personale ATA in una condizione di ulteriore e più catastrofica condizione di disoccupato. La nostra rivendicazione deve essere di forte difesa dei posti di lavoro, con iniziative unitarie a sostegno delle giuste e sacrosante rivendicazioni del personale precario. Siamo convinti che il “metodo tutto burocratico e ragionieristico di contenimento della spesa” non può e non deve essere la strada maestra che ci porta fuori dalla crisi, bisogna attivare iniziative per conservare i posti di lavoro e dare una speranza per il futuro. La SCUOLA, ha bisogno di supporto e di certezze, di programmazione e di riconoscimento del merito e della professionalità. In questo scenario non dimentichiamo i lavoratori OSA per i quali sollecitiamo la Provincia ad intervenire con la pubblicazione del bando pubblico, per aprire una possibile strada per la stabilizzazione del rapporto di lavoro. Per quanto riguarda la risorsa ACQUA, con forza ribadiamo il nostro NO alla privatizzazione e siamo schierati a difesa delle esperienze tecniche e delle professionalità di lavoratori dipendenti da Aziende pubbliche; la politica scelga la strada migliore per l’affidamento del servizio idrico e del destino delle due società dell’ex Alto Calore. Adempimenti dell’ATO, convenienza dell’affidamento diretto, servizi di qualità, tariffe sopportabili per i cittadini e salvaguardia dei livelli occupazionali, queste le nostre aspettative, questi i nostri obiettivi sindacali. In materia di rifiuti siamo proprio convinti che bisogna riattivare la concertazione al tavolo di confronto con Provincia ed Irpiniambiente per determinare tempi organizzativi, trasferimento del servizio da Società e Consorzi e stabilizzazione dei lavoratori del ciclo alle dipendenze della società pubblica. Quello di oggi è ancora una volta un PRIMO MAGGIO di solidarietà, l’anno scorso a L’AQUILA oggi a Rosarno, momenti e condizioni diverse, ieri per superare l’emergenza del post terremoto, oggi per sostenere le ragioni dell’inclusione sociale degli immigrati a danno dell’emarginazione disumana. Il Sindacato può e deve sviluppare iniziative a favore delle fasce deboli della nostra Società, ponendosi l’obiettivo di salvaguardare i servizi essenziali, dalla sanità all’assistenza sociale e pensionistica. Anche qui, dobbiamo esaminare la proposta di riorganizzazione della Sanità in Irpinia, siamo concordi coloro che hanno lanciato l’idea di un progetto condiviso da tutti i rappresentanti irpini in Consiglio regionale. Siamo proprio convinti che sia la strada da percorrere per condividere un’idea definitiva di un modello, che salvaguardi i presidi sanitari ed ospedalieri presenti sul territorio, certo razionalizzando le spese, senza, però, arrecare danni ai lavoratori ed alla salute pubblica. Siamo pronti al confronto ed a fare la nostra parte. Ricordando la storia del 1° MAGGIO, ricco di lotte e mobilitazioni internazionali a sostegno delle rivendicazioni sindacali per le otto ore e per l’occupazione delle terre incolte e per l’affermazione del rispetto umano e civile del lavoro e dei lavoratori, esprimiamo l’augurio che possa ripartire, da questo luogo simbolicamente unitario tra il mondo del lavoro ed il mondo ecclesiastico, una nuova stagione di impegno di tutti a favore dei lavoratori e delle loro famiglie, a favore dei più deboli e degli emarginati. W i LAVORATORI, W il 1° MAGGIO”.

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