Crisi, le proposte del Prc irpino

Crisi, le proposte del Prc irpino

Il Prc ha diffuso un documento sottoforma di volantino contenente una serie di proposte programmatiche inerenti le questioni del lavoro. Nei prossimi giorni i vertici del partito chiederanno un incontro alle forze politiche democratiche e di sinistra, ai sindacati, alle associazioni e ai movimenti presenti sul territorio provinciale “con lo scopo di verificare se esistono le condizioni per realizzare un percorso di confronto e proposta comune che guardi agli interessi reali della gente. Gli effetti della crisi economica sono devastanti, tutti i settori produttivi cedono, l’utilizzo della cassa integrazione raggiunge proporzioni oltre il livello di guardia, tante sono le aziende fallite e moltissime soffrono grandi problemi di sopravvivenza, migliaia di famiglie, sono in uno stato di precarietà che in molti casi diventa povertà. Il presente e il futuro dei lavoratori, dei giovani, dei disoccupati sono compromessi da un capitalismo in via di fallimento. Il governo delle destre sfrutta la crisi per ridurre i diritti dei lavoratori, rendendoli subalterni di fronte a banche e padronato, contemporaneamente cerca di deviare il malessere sociale scatenando campagne d’odio xenofobo e razzista. Tutto ciò nel silenzio più assordante delle opposizioni parlamentari. Questo il momento di unificare le lotte, rivendicare con determinazione che la crisi irpina diventi “caso nazionale” proiettato in una rinnovata questione meridionale. È necessario concretizzare una nuova solidarietà di classe, per far uscire dalla marginalità chi la crisi non l’ha provocata, ed indispensabile per abbattere il terribile muro dell’indifferenza diffusa che alimenta rassegnazione e guerra tra deboli. A questo scopo occorre una piattaforma unificante, per parte nostra proponiamo: difesa dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, blocco delle delocalizzazioni,con conseguente nazionalizzazione delle aziende che, nonostante i finanziamenti pubblici,licenziano i lavoratori, trasferendo la produzione in paesi dove è possibile sfruttare mano d’opera a basso costo, abolizione di tutte le leggi di precarizzazione,con stabilizzazione di tutti i rapporti di lavoro, blocco generale dei licenziamenti e, ripartizione del lavoro esistente tramite la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga, permesso di soggiorno per i lavoratori immigrati, battaglia contro i tagli alla scuola pubblica, all’università e nella sanità, un piano di opere pubbliche di vera utilità sociale, salario sociale, notevole riduzione di tutti i privilegi per dirigenti d’aziende,politici, manager, reinvestendo i soldi risparmiati per ricerca, innovazione tecnologica, formazione. Proponiamo, inoltre alle forze politiche democratiche e di sinistra,alle organizzazioni sindacali, alle associazioni, ai movimenti di lavorare insieme per costruire: una vertenza generale del mondo del lavoro ,del precariato,della scuola,che si concretizzi in una mobilitazione generalizzata; e uno schieramento,democratico che nasca dal basso, in grado di sconfiggere le politiche reazionarie e antioperaie del governo di centrodestra e concretizzare un futuro di progresso che metta fine a sfruttamento, insicurezza, xenofobia, razzismo”.

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