Sul rogo alla “Meres” di Pianodardine il procuratore capo di Avellino, Domenico Airoma, intervenuto oggi pomeriggio, presso l’Auditorium del Polo Giovani di Avellino, ha espresso le sue preoccupazioni sulle ricadute ambientali e il rischio per la salute dei cittadini.
“Sono preoccupato, oltre ovviamente per le cause che dobbiamo accertare, per il fatto che chiaramente questo può avere ripercussioni sulle matrici ambientali. Stiamo conducendo – dichiara Airoma – indagini per comprendere se le sostanze che venivano lavorate in questo opificio possano avere effetti negativi”.
“È necessario garantire una maggiore sicurezza negli ambienti di lavoro, soprattutto in un nucleo industriale che convive con abitazioni – ha aggiunto il procuratore – dobbiamo trovare modi per condurre attività imprenditoriali in modo sostenibile. È importante riconoscere che il rispetto per l’ambiente è vantaggioso per tutti. Stiamo lavorando su questo aspetto. Ho istituito un gruppo specifico dedicato alla lotta della criminalità predatoria al fine di perseguire quello che alcuni chiamano ‘giustizia predittiva’. Cerchiamo di individuare somiglianze e ricorrenze, cercando di capire se un unico gruppo opera in queste circostanze. Stiamo cercando di andare oltre il singolo episodio e costruire un contesto”.
La Procura di Avellino ha aperto un fascicolo di indagine sull’incendio che la scorsa notte ha interessato un capannone della Me.Res (Meridionale Resine) Srl distruggendone gran parte e causando danni per milioni di euro. Saranno gli agenti della Digos di Avellino, una volta terminate tutte le operazioni di messa in sicurezza dell’area da parte dei caschi rossi del Comando Provinciale di Avellino, a condurre gli accertamenti necessari a ricostruire quanto è avvenuto. Attesa la relazione dei Vigili del Fuoco.
Anche il Comandante dei Vigili del Fuoco, Mario Bellizzi, sottolinea come sia necessario “lavorare sulla prevenzione, soprattutto quando gli stabilimenti sono chiusi di sera e non vengono presidiati”.
Infine il Procuratore di Avellino si sofferma sulla coscienza civile. “C’è bisogno di persone che si assumono fino in fondo le proprie responsabilità, in ogni luogo e in ogni posto con ogni funzione. Bisogna imparare il senso del dovere, oltre che quello dei diritti. E credo che i giovani su questo abbiano molto da dirci. Noi abbiamo bisogno di uscire da una condizione di empasse, di crisi e ritengo che i giovani possano assumere un ruolo di guida. Però le guide bisogna formarle. Trascurare il compito di formarle significa abbandonare alla deriva il corso delle vicende storiche delle grandi e delle piccole comunità. Ogni comunità deve formare le proprie guida con grande cautela perché ne abbiamo bisogno”.
“La coscienza è la grande assente in questo tempo e mi preoccupa nella misura in cui perché noi adulti abbiamo fallito rispetto ai giovani. In una recente inchiesta sul mondo giovanile alla domanda quale fosse il loro modello hanno risposto che non avessero nessun modello di riferimento. La dice lunga sul fatto che noi adulti non siamo stati in grado di trasmettere alcun tipo di modello. Non siamo stati testimoni credibili”.