Cresce l’attesa per il ritrovo di tanti corridori che hanno fatto la storia del dilettantismo su due ruote. È in programma il prossimo 2 dicembre, a Ceprano, un ritrovo organizzato dal grande ciclista solofrano Gabriele Trerotola per ricordare i tempi che furono ma, soprattutto, un ciclismo assai distante da quello di oggi. «Sto lavorando per una rimpatriata a Ceprano. Il mio obiettivo è ritrovare tutti, o quasi, i protagonisti di un ciclismo che ormai non esiste più». Proprio sul mondo delle due ruote, Trerotola si è detto particolarmente scettico sul modo di fare bicicletta oggi.
«In passato quando si chiedeva ad un ragazzo “cosa vuoi fare da grande?” Molti sognavano di essere un ciclista. Prima il ciclismo era il coronamento di un sogno, oggi invece i ragazzi non sognano più. Personalmente, anche a distanza di anni, non smetto di sognare. Non a caso spero di raggiungere Città del Messico in bici». Tante le differenze tra il ciclismo di ieri e quello di oggi. «Oggi manca l’improvvisazione. Il ciclismo è improvvisazione. Prima c’era la tattica, la si studiava, ma bisognava sfruttare il momento giusto per attaccare. Oggi invece sembra quasi una gara di scacchi. Il ciclismo di oggi si decide negli ultimi 500 metri e questo è davvero ridicolo se rapportato ad una gara di 200 chilometri. Questo modo di fare è noioso. Da parte mia non c’è più passione nel guardare una corsa in televisione». E sul futuro di questo magnifico sport: «Se non si cambia modo di fare il rischio è di imboccare una strada senza ritorno. L’Italia nelle classifiche di racing mondiale è dietro a tutti. Bisognerebbe tornare al ciclismo di una volta, puntando forte sui giovani».
Come non citare poi la verde Irpinia, cornice geografica che ha permesso a Trerotola di affermarsi ai più alti livelli del ciclismo amatoriale e tutt’oggi palestra per molti cicliamatori. «Anzitutto, la mia terra mi ha dato il sangue irpino, abituato a non mollare mai. Ho sempre preso spunto dal grande Antonio Sibilia per quella grinta e tenacia che trasmetteva ai calciatori. Poi c’è da dire che l’Irpinia è il luogo ideale, specie in estate, per allenarsi. Ecco, la bici e l’Irpinia mi hanno reso quello che sono oggi. Se sono qua è merito del ciclismo che mi ha dato modo di conoscere molte persone. La bici è aggregazione e unione, non divisione come invece succede oggi».