Chissà se esiste un altro Comune d’Italia nel quale l’albo pretorio è praticamente vuoto come quello di piazza del Popolo. La bacheca (fisica e virtuale) nella quale andrebbero affisse le deliberazioni della Giunta comunale è desolatamente vuota, dal momento che è stata omessa la pubblicazione degli ultimi 170 (centosettanta) atti amministrativi dell’esecutivo. Dato per scontato che l’omissione non è dovuta ad una mancanza di graffe e punesse, si fa davvero fatica a comprendere le ragioni di una simile e perdurante situazione che in nessun modo può ricondursi ad una prassi amministrativa. Omettere la pubblicazione di atti pubblici significa impedire il controllo democratico sulle decisioni del sindaco e dei suoi (quasi sempre silenti) assessori. Sul piano della opportunità questo si rivela anche un boomerang per un sindaco che ha fatto dell’immagine e della forma la sostanza della situazione amministrativa, dato che la mancanza di trasparenza alimenta dubbi, accuse e sospetti (in ultimo quelli relativi alle spese per la oramai permanente stagione di eventi e spettacoli che vive – a spese dei cittadini vessati dalle addizionali- il capoluogo). Ma quello che oggi stupisce è l’assenza di contraddittorio rispetto ai desiderata del sindaco da parte della macchina amministrativa di palazzo di città che non provvede alla pubblicazione. Non serve ricordare che l’apparato burocratico, anche quando è in gran parte scelto proprio dal sindaco, a cominciare dal segretario generale e da alcuni dirigenti, deve rimane comunque imparziale rispetto all’indirizzo politico.
Ma anche il sindaco dovrebbe esercitare i suoi poteri di capo dell’amministrazione pensando magari ad una rotazione degli incarichi dirigenziali. Il tutto in attesa che sia fatta chiarezza (e nel caso giustizia) sulla vicenda dei presunti favori concessi proprio da due dirigenti (indagati dalla Procura) a un candidato al concorso (sospeso in fretta e furia) per vigile urbano. Ultima anomalia, rectius singolarità, proprio sull’attività della polizia municipale: in quale altro capoluogo d’Italia il comandante può garantire (per carità, tutto legittimo e a norma di legge) un impegno soltanto part time, dal momento che è sindaco del suo comune di residenza?