Il sindaco di Avellino e la sua vicesindaco (aspirante successore) hanno diffuso i numeri di Eurochoccolate nel corso della conferenza stampa post manifestazione: 86.702 scontrini emessi che permettono di stimare un’affluenza di 130.000 unità, molte, moltissime delle quali provenienti (secondo il primo cittadino) dalle altre province della Campania e persino da altre regioni. Inutile provare a frenare l’impeto del sindaco Festa, chiedendogli in base a cosa dichiara l’arrivo e la permanenza ad Avellino di migliaia di turisti (non si hanno notizie di bus arrivati nel capoluogo, nè di altri indizi che in assenza di schedature di massa possano permettere di ricavare questi dati).
Ma il punto della questione è un altro. Diamo per buona proprio la stima delle presenze, il numero di 130.000 unità durante i dieci giorni di Eurochoccolate; ebbene la cifra è tutt’altro che trascendentale: parliamo infatti di 13000 mila persone al giorno, per una città che unita con l’area vasta arriva a contare una popolazione residente di quasi 100.000 abitanti. Insomma, più o meno, al massimo poco più (forse) del numero medio di persone che in una serata del week end pratica lo sport preferito dagli avellinesi (unico ahimè a regalare soddisfazioni) delle vasche lungo il Corso.
Ma ammettiamo anche che di queste 130.000 presenze, una cospicua parte sia giunta in città da fuori provincia e da fuori regione. Ebbene, caro sindaco, maggiore è la quota di turisti, più forte è l’esigenza di spiegare quanto questa manifestazione è costata al Comune e dunque ai cittadini avellinesi. Chi è giunto ad Avellino lo ha fatto per acquistare cioccolato (ricadute economiche positive per l’economia cittadina pari a zero), ha dunque pagato 86072 volte l’acquisto delle leccornie e queste somme sono state incassate dai venditori, i quali hanno corrisposto alla società organizzatrice di Eurochoccolate un canone per affittare le postazioni di vendita. A fronte dei costi diretti e indiretti pagati dai contribuenti per il traffico e la pulizia delle strade, il Comune, inteso come ente, cosa ha incassato e cosa ha invece speso? La risposta a questa domanda è contenuta nella deliberazione adottata dalla Giunta che lei ha presieduto e che nessuno conosce perché non è stata pubblicata. Nell’attesa ci sentiamo un po’ Forrest Gump alla fermata dell’autobus mentre apre la scatola di cioccolatini: non sappiamo mai quello che ci è capitato: latte, fondente, o salato come un conto da pagare?