Avellino, un sindaco muto. Come il Pd

Avellino

Oramai da molti mesi il sindaco di Avellino ha drasticamente ridotto le sue apparizioni-esibizioni a favore di telecamere e microfoni. Eccezion fatta per il proclama nella notte di capodanno si fa fatica a ricordare qualche altra intemerata del primo cittadino, divenuto sin troppo discreto per non destare meraviglia. Alcuni dei suoi avversari scommettono sul fatto che il crescente silenzio di Festa sia potuto coincidere con l’avere avuto contezza delle inchieste aperte dalla Procura sull’operato della sua amministrazione. Ma questo appartiene ai veleni più e meno fisiologici della lotta politica. Il punto è che oggi il sindaco non può più tacere e deve rendere conto alla città del suo operato in termini di imparzialità, trasparenza e buona amministrazione. Principi che prescindono dalle accuse di natura penale sino a prova contraria tutte da provare. La macchina amministrativa è stata quasi del tutto consegnata dal sindaco ad una dirigente nominata intuitu personae, Filomena Smiraglia. Evidentemente con l’obiettivo di ottimizzare i risultati.

Bene, qual è il bilancio di questa scelta oggi, anche alla luce di un concorso bloccato, perché la medesima dirigente risulta indagata, insieme con il vice comandante dei vigili urbani Sullo (che di fatto guida il corpo, poiché il dirigente è contemporaneamente sindaco del suo comune) per rivelazione di segreto d’ufficio (avrebbero entrambi passato le possibili domande di esame ad un candidato)? Gli investigatori sospettano anche di rapporti illegali fra gli uffici guidati dalla medesima dirigente Smiraglia e due professionisti, ovvero un consigliere comunale di maggioranza, Diego Guerriero,  e suo fratello. Dando per scontato sino a prova contraria anche qui che nulla è stato fatto di illegale, questa situazione è eticamente e politicamente accettabile? E’ accettabile che la società dei rifiuti neocostituita sia guidata da un sindaco scelto da Festa, indagato per avere organizzato corsi di formazione fasulli per l’Alto Calore? Il silenzio di Festa ora come ora non è più sostenibile: il sindaco deve parlare con i fatti prima che con le parole. Scelga lui quali.

P.S.
C’è un altro silenzio sul quale è bene accendere le attenzioni, quello di buona parte del Partito democratico che tace sui riflessi politici delle inchieste giudiziarie sul Comune. Mentre Amalio Santoro, consigliere comunale di Si può  ha chiesto le dimissioni del sindaco, non si ha notizia di una presa di posizione del segretario provinciale del principale partito di opposizione. Anche in questo caso il silenzio è comprensibile ma non più giustificabile: il Pd che si candida a governare di nuovo Avellino deve spiegare alla città se vuole farlo in maniera uguale o diversa rispetto a come ha amministrato l’Alto Calore (ente guidato sino alla interdizione del Gip da Michelangelo Ciarcia, già tesoriere del Pd e candidato alle elezioni regionali), società pari pari finita sotto inchiesta per una vicenda che per ora ha dimostrato i rapporti politici intercorsi proprio fra una parte del Pd e il sindaco di Avellino. A riprova che Festa è nato e cresciuto politicamente negli ambienti  del Partito democratico, condividendo metodi e obiettivi sia al Comune, sia all’Alto Calore.

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