La AXRT Contemporary Gallery di Avellino presenta la mostra personale dell’artista Prisco De Vivo dal titolo KAFKA ALTO – La verità è viva e possiede un volto vivo e mutevole, a cura di Alberto Dambruoso. L’inaugurazione si terrà sabato 13 aprile, a partire dalle ore 18.30, in via Mancini 19, ad Avellino. L’artista sarà presente al vernissage. Le opere, inoltre, resteranno in esposizione fino al 13 maggio, ad ingresso libero.
La mostra presenterà un ciclo di opere che nasce da una forte riflessione sul grande scrittore boemo, attraverso uno sguardo rivolto alla sua dimensione più profonda, alla sua identità. La figura quasi insondabile che egli ha rappresentato spinge l’artista ad indagare una condizione di confine tra due poli opposti, il bene e il male, il positivo e il negativo, attraverso un’ambiguità evidente che questa doppiezza rivela.
Nel caso di Prisco De Vivo, autore di questa mostra, la lettura dei romanzi di Kafka, per sua stessa ammissione, è stata di fondamentale importanza per la sua formazione artistica. Kafka, e il mondo generato nei suoi romanzi, hanno costituito certamente più di un’ispirazione per l’artista, sia sul versante della poesia (arte da lui sempre praticata parallelamente alla pittura e alla scultura) sia su quello dell’arte visiva.
Nella mostra personale De Vivo rende omaggio a Kafka con una serie di opere incentrate sulla rappresentazione identitaria del grande scrittore boemo.
Kafka Alto, titolo dell’esposizione, prende le mosse da un libro d’artista di imminente pubblicazione dedicato a Kafka nel centenario della sua scomparsa, illustrato dall’autore con poesie scritte dallo stesso De Vivo e da Raffaele Piazza.
Tra le opere che indagano il volto dell’autore, quelle che lo vedono a fianco della sua amata Milena o ancora quelle dedicate alle sue sorelle fino alla sua macchina da scrivere, ne esce un ritratto a tutto tondo e di grande efficacia, tale da restituire la psicologia, per quanto sfuggente essa fosse, dello scrittore. Ciò è certamente da attribuire al segno inquieto e nervoso di Prisco De Vivo che ben si apparenta non solo con le atmosfere cupe ed enigmatiche che possiamo trovare nei romanzi di Kafka ma anche con la sua stessa personalità.
Le opere, suddivise tra tecniche miste su carta e cartone e alcune istallazioni di carattere scultoreo, costituiscono, come mi riferisce lo stesso De Vivo : “una sorta di memoriale, dei tabloid del sogno, che quasi in forma diaristica, illustrano la vita privata dello scrittore”. L’artista ha inteso documentare la quotidianità dello scrittore mettendo in evidenza la sua bombetta, il suo bastone, le persone a lui vicine come Milena, o le tre sorelle piccole morte nei lager nazisti fra il 1942 e il 1943, diciotto anni dopo la tragica morte del fratello. La sfera mistica e misterica del mondo kafkiano è resa evidente e sottolineata attraverso l’oscurità del nero che si contrappone al bianco e al colore ocra. La condizione manichea tra il bene e il male è d’altro canto una caratteristica presente in tutte le opere letterarie scritte di Kafka.
Ma protagonista assoluto di queste opere è il segno con il quale sono stati prima abbozzati e poi definiti tutti i lavori, finanche quelli scultorei che sembrano seguire lo stesso andamento tormentato della linea di contorno riservata alla figure disegnate o dipinte. Un segno, quello di De Vivo, di marca tipicamente espressionista, tra i più incisivi nel panorama del contemporaneo, tanto da essersi meritato in passato la definizione di “unico erede di Munch” datagli dallo storico dell’arte Mario De Micheli. La tensione costante che investe tutte le figure, compresi gli oggetti come la macchina da scrivere, e quel senso di inquietudine che serpeggia in tutti i lavori, sono generati da quel suo particolare segno nervoso, a tratti tremulo. Un segno che proprio per la sua peculiarità riesce a scavare in profondità nelle persone fino a restituirci le zone d’ombra più profonde dell’io.
Prisco De Vivo
Pittore, scultore, designer, poeta. Attivo sin dal principio degli anni Novanta, nel 1998 comincia la sua collaborazione con la Galleria Mimmo Scognamiglio di Napoli, che presenta il suo lavoro, articolato in cicli, presso Arte Fiera di Bologna, Art-Cologne e Art-Brussels. Ha quindi esposto in Italia, Germania, Svizzera, Finlandia, Nizza, New York e Argentina, in gallerie private e in spazi pubblici. Le sue opere sono in importanti collezioni italiane ed estere, hanno scritto di lui: Lorenzo Canova, Vitaldo Conte, Maurizio Cucchi, Michel Dansel, Alberto Dambruoso, Mario De Micheli, Gillo Dorfles, Janus, Francesco Gallo Mazzeo, Rubina Giorgi, Gustav Krefeld, Gianruggiero Manzoni, Wanda Marasco, Plinio Perilli, Enzo Rega, Annibale Rainone, David Ross, Manlio Sgalambro, Leo Strozzieri, Massimo Sgroi. Nel 2014 inaugura Lucis – Art Studio Gallery, a Quadrelle (AV), all’interno del Parco Regionale del Partenio, nel suggestivo territorio boschivo del torrente Vallelonga: configurandosi come spazio operativo, Lucis è divenuto luogo di contagio che germina visioni di una realtà trascendente, per chiunque ne attraversi liberamente gli spazi, è un vero e proprio laboratorio dell’evanescenza.