Asta Pagliarone, il teste in aula:“Galdieri chiese 120mila euro per non far partecipare i Forte”

Tribunale Avellino

Asta Giudiziaria per l’ex ristorante O’Pagliarone,  è ripreso stamattina, davanti al collegio presieduto  dal giudice Sonia Matarazzo , il processo per l’ex sindaco di monteforte  Costantino Giordano, Renato Freda, Nicola Galdieri  e Armando Aprile  (precedente partner di Livia Forte nel filone delle Aste Ok). Sono accusati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli di vari reati, tra cui turbativa d’asta, estorsione aggravata e favoreggiamento dell’associazione a delinquere.

Il Sindaco del Comune di Monteforte Irpino è stato inoltre accusato di aver collaborato con il presunto capo del Nuovo Clan Partenio, Nicola Galdieri, nell’imporre una tassa di 120.000 euro per assicurare che l’asta venisse vinta dalla Monteforte Srls. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Alberico Villani, Gaetano Aufiero, Patrizio Dello Russo, Claudio Davino, Antonio Brigante e Gerardo Di Martino.

L’avvocato Luca Pellecchia nel suo contro esame  ha rivolto a Pascale  domande sul rapporto di collaborazione  con il suo  ex socio Costantino Giordano. Il testimone ha dichiarato che tutte le operazioni in corso si svolgevano sempre intorno alla fine del 2015. L’aggiudicazione dell’asta per il Pagliarone, invece, risale al 2017. I rapporti tra le parti hanno iniziato a incrinarsi intorno al 2018. I lavori di ristrutturazione, inoltre, non sono mai stati completati. L’avvocato Pellecchia ha insistito molto per chiarire la questione relativa ai lavori di ristrutturazione della struttura. Il teste ha ribadito che le ditte incaricate di eseguire i lavori sono stati diversi.

Successivamente, è stato il turno dell’avvocato Roberto Saccomanno, difensore di Armando Aprile. Pascale ha descritto la presenza di Armando Aprile al Pagliarone, sottolineando che lui, al momento della visita, non era presente. Inoltre, Pascale ha dichiarato di non essere a conoscenza del fatto che Aprile avesse apprezzato “Quanto tempo dopo la visita di Armando Aprile siete andati dall’avvocato per parlare di questo episodio?” ha chiesto l’avvocato Saccomanno.   “Dopo qualche settimana”, ha risposto il teste. “Noi esponemmo all’avvocato questa problematica, chiedendo qualche consiglio legale su come comportarci nel caso in cui altre persone si presentassero per partecipare all’asta. Ad ogni modo, non ci tornammo più”.

Pascale ha descritto nuovamente gli incontri avvenuti davanti al ristorante “It’s OK”, affermando che tra i presenti vi era anche Nicola Galdieri e, in uno dei due incontri, anche Armando Aprile. Riguardo alla presunta richiesta di denaro avanzata da Armando Aprile, il testimone  non ricorda se sia avvenuta durante il primo o il secondo incontro. Tuttavia, ha ribadito che non gli sono state avanzate richieste economiche da parte di Armando Aprile. La richiesta economica, invece, è stata formulata da Nicola Galdieri, per un importo di 120mila euro. Pascale ha precisato che, come già dichiarato in una testimonianza precedente, tale somma sarebbe servita per impedire ad Armando Aprile di partecipare all’asta.  “Galdieri mi disse che avremmo dovuto fargli un regalo”.  Sempre per la posizione di Armando Aprile, anche l’avvocato Alberico Villani ha posto domande al teste. Il penalista è tornato sulla consistenza immobiliare complessiva del Pagliarone: “Io ero interessato all’asta come società, perché avevamo fatto un investimento. Non partecipammo in quanto esecutati”.

L’avvocato Patrizio Dello Russo – insieme all’avvocato Fernando Letizia – per la posizione di Renato Freda, si è soffermato sulle somme consegnate a Galdieri.Il teste ha ribadito che la richiesta economica è stata formulata da Nicola Galdieri e non da Armando Aprile, per un importo di 120mila euro. “Galdieri mi disse che avremmo dovuto fargli un regalo”.  Confermate anche le cifre consegnate da Gennaro Pascale: “70.000 euro in contanti nelle mani di Nicola Galdieri, come anticipo sui 120.000 euro. Quest’ultimo stabiliva che i restanti 50.000 euro, dovevano essere rateizzati pagando una somma di 2.000 euro mensili, che Pascale Gennaro avrebbe dovuto consegnare nelle mani di Costantino Giordano, il quale, a sua volta, li avrebbe recapitati nelle mani di Galdieri Nicola. Dopo aver pagato alcune mensilità secondo questa modalità, Pascale Gennaro, per lasciare traccia di questa estorsione chiedeva a Nicola Galdieri una modalità di pagamento tracciabile. Sempre secondo quanto riferito da Pascale Galdieri Nicola diceva che avrebbe fatto emettere delle fatture nei confronti della società Monteforte Srls e che le stesse sarebbero state emesse da un’impresa di costruzioni. “Renato Freda con me non ha mai parlato e non ha mai partecipato agli incontri”, ha concluso Pascale rispondendo all’avvocato Letizia. “Alla fine, abbiamo pagato per aggiudicarci l’asta”.  “Io non volevo accettare questa situazione e, ancora – in quel momento – i rapporti con Costantino Giordano erano già incrinati”.

Chiarisce anche i rapporti tra Costantino Giordano e Nicola Galdieri: “I rapporti di Costantino Giordano con Galdieri sono sempre stati notoriamente buoni. So che erano amici e che ancora oggi lo sono. Ovviamente, essendo il sindaco di Monteforte Irpino, preferiva non farsi vedere in compagnia di un noto pregiudicato. Io questi soldi non li volevo pagare e, fin dall’inizio, mi sono rivolto ai carabinieri. Per questo dico che i rapporti con Giordano si sono incrinati fin dal principio. Quando pagammo le somme, Galdieri mi prese per la maglia dicendomi: ‘Ma tu non eri quello che non voleva pagare?”.

La prossima udienza è fissata per il 25 febbraio 2025.

SPOT