Crisi manifatturiero, il monito della Cgil

Crisi manifatturiero, il monito della Cgil

Il 2010 è iniziato molto male per il settore manifatturiero con incremento di cassa integrazione e licenziamenti già oggi ben superiori al 2010. A lanciare l’allarme è la Filctem Cgil di Avellino.
“La situazione del settore manifatturiero nel biennio 2008 2009 ha subito un fortissimo contraccolpo a seguito della crisi mondiale – sottolinea il sindacato irpino -. Le attività industriali a forte presenza di lavoratrici e lavoratori sono state le più colpite. Quindi i settori, specificatamente, del TAC e della Concia, oltre alle aziende dell’indotto automotive della gomma plastica, hanno visto un incremento del ricorso agli ammortizzatori sociali, che per l’anno 2008 è stata la CIG mentre dal 2009 è diventata CIGS, come si evidenzia nelle tabelle di seguito. Il trend per il 2010 non cambia anzi nel primo semestre le richieste di ammortizzatori sociali hanno già superato l’intero anno 2008. Si evidenzia il nanismo delle imprese che poco aiuta nelle sfide future che necessariamente devono essere rivolte alla Ricerca Innovazione Sviluppo, quindi servono interventi mirati integrativi di servizi da parte delle istituzioni o di associazioni non solo di categoria. In questo vediamo che il settore del TAC doo la chiusura della CDI e di altre 3 aziende di confezioni nel distretto tessile di Calitri non vediamo un futuro roseo e si deve puntare alla diversificazione. Ma, nella fattispecie della Concia potrebbe essere diverso se, l’ASi con i comuni del Distretto, la Provincia e le associazioni come l’Unic, intervengono nell’ambito distrettuale per creare delle strutture di servizio che aiutino le piccole imprese ad esempio nel REACH, oppure nell’ottenere l’Eco Label il marchio Apo Emas. Ovviamente tutte queste proposte, possono funzionare in un ambito territoriale in cui la legalità, il rispetto delle regole, non solo contrattuali, sia portato avanti e perseguito con convinzione da tutti gli attori sociali. Rammendo che nel 2007 fu fatto un dossier dal settimanale “Il Venerdì” di Repubblica in cui veniva lanciato l’allarme per un aumento del dumpig sociale e contrattuale nell’area del distretto della concia, allora in molti compreso il comune oltre alle associazioni datoriali, preferirono attaccare e rinnegare quanto riportato dal segretario Franco Fiordellisi, fermo restando che la crisi non ha fatto altro che far esplodere le contraddizionie l’illegalità. Ecco alcuni dati dell’ultimo biennio:
7 aziende sequestrate dai Noe per gli scarichi;
2 aziende sequestrate per smaltimento illecitodi rifiuti;
1 aziende chiusa per operazioni finanziarie non legali;
46 aziende di cui 6 concerie chiuse, per presenza di lavoratori in nero, mancanza di autorizzazioni per scarichi in atmosfera e per la mancata sicurezza dei luoghi di lavoro;
Quasi tutte le imprese hanno problemi con il sistema antincendio e c’è un intervento sostitutivo del comune per creare una rete distrettuale antincendio.
La situazione è complessa e i dati lo dimostrano, abbiamo comunque la convinzione e lo ribadiamo che con la legalità si possano vincere tante sfide, ovviando anche al conflitto con i comuni a valle di Solofra per i continui problemi legati agli scarichi abusivi ed ILLEGALI nel torrente Solofrana che confluisce nel sarno. Anche la tutela delle acque è una sfida che bisogna accettare e vincere facendo in modo che i costi siano compatibili con le attività produttive e così rinforzando il sistema industriale che potrebbe addirittura pensare di far rientrare la produzione iniziale delle pelli il Weith Bleu che da anni non si fa più a Solofra. Il sistema depurativo diventa uno snodo cruciale per i cittadini e per le attività produttive.
E’ appena il caso di far notare – conclude la Filctem Cgil di Avellino – che negli ultimi anni le assunzioni sono al 92% circa precarie e che il personale viene assunto come operaio generico, manovale, con livelli bassissimi, per non parlare del lavoro grigio e nero, insomma si puntano a ridurre i costi sempre sulla pelle dei lavoratori, in questo modo non si esce dalla crisi!”.

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