Faver, Salzarulo: chiudere con la Puglia per gestione acqua

Faver, Salzarulo: chiudere con la Puglia per gestione acqua

“L’Acquedotto Pugliese liquida l’impresa Faver. L’impresa Faver liquida i lavoratori che per oltre venti anni hanno garantito il buon funzionamento delle reti “pugliesi” in Irpinia. Sic! Come se si trattasse di processi di globalizzazione in scambio tra Cina e Brasile. Invece siamo in Irpinia, ed abbiamo a che fare con l’Ente che “gestisce” l’acqua di Irpinia, alle condizioni date agli inizi del secolo scorso”. E’ quanto afferma il sindaco di Lioni, Roldolfo Salzarulo.
“Che si ostina – prosegue – a ritenere cosa propria un bene, l’acqua, che non gli appartiene. Senza ancora un rinnovo che tenga conto delle nuove esigenze dei territori! Ed ora si gioca anche con le persone! Tutto questo ha dell’incredibile! Mentre è anche oltraggioso. Diciamo che ci sono ampie ragioni sociali a sostenere la battaglia dei licenziati Faver, e bene fa il sindacato ad attivare tavoli istituzionali per tentare una soluzione. Non credo, bensì, che l’Irpinia sia nella condizione di dover mendicare da Acquedotto Pugliese la tenuta in servizio per una dozzina di operai! Abbiamo qualche diritto in più, e lo dobbiamo esercitare.
In realtà Acquedotto Pugliese, in passato, ha già ampiamente utilizzato questi operai, o meglio, questa ditta appaltatrice, come una clava nei confronti dell’Irpinia. Già altre volte, anche taluni Sindaci si sono dati convegno con le parti presso l’ATO, per cercare di risolvere in positivo la condizione dei lavoratori. E non sembri ancora mendicare.
Infatti, che questi lavoratori restino attivi sul territorio è, prima ancora che questione sociale, e in maniera più significativa, questione di garanzia per il buon funzionamento dell’acquedotto. Infatti, nessuna impresa, nessun soggetto vecchio o di nuovo conio, senza la conoscenza capillare delle reti, senza quel patrimonio di esperienza che si conquista solo sul campo, potrà essere in grado di garantire efficienza ed efficacia del servizio, con un semplice passaggio di consegne.
Anche perché le procedure standard, in questo caso, hanno a che fare con reti che sono state poste in essere in periodi e in condizioni di emergenze successive. Acquedotto Pugliese ha doveri molto più forti: per garantire la buona tenuta in esercizio di queste reti in questo territorio non può tenere un semplice testimone e riallocare forza lavoro di importazione in sostituzione di chi per 23 anni ha dato la propria opera. Se ha da essere la internalizzazione, questa non deve prescindere dalle maestranze storiche che hanno operato in Irpinia.
Per questo obiettivo è doveroso l’impegno di ogni soggetto istituzionale che ne abbia titolo a partire dalla Provincia per finire all’ATO. Senza escludere, appunto, l’Ufficio Territoriale di Governo. Con una postilla da inviare al Presidente Caldoro: è, forse, il momento di chiudere la pluriennale trattativa con la Regione Puglia per tutto quanto riguarda l’acqua e la sua gestione. Poi dovremo parlare di ogni altra questione che riguarda le regole per un buon vicinato tra la Campania e la Puglia”.

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