Pensioni, finestre: un’altra penalizzazione

Pensioni, finestre: un’altra penalizzazione

L’istituzione delle così dette “finestre” per le varie tipologie di pensioni rappresentano una vera e propria vergogna per il nostro Paese – ha dichiarato il Segretario Provinciale dei Pensionati per l’Italia, Antonio de Lieto – perché non sono nient’altro che un’assurda penalizzazione di chi ha lavorato per decenni e matura l’agognato diritto a pensione ma, assurdamente, a causa delle “finestre” di fatto non può godere del proprio diritto ma è costretto a continuare a lavorare o attendere, senza pensione e stipendio, di poter finalmente godere della propria pensione. Le “finestre” sono un’istituzione che unisce, come tante altre cose, destra e sinistra, senza alcuna distinzione – ha continuato DE LIETO – tant’è vero che le famigerate “finestre” furono introdotte dal governo Prodi nel 2007 (legge 247 art.1, comma 5) ma sono state riprese anche dal governo Berlusconi che ha peggiorato notevolmente questa già penalizzante situazione. Nella manovra finanziaria di questa estate (legge 122/2010 – GU 30.07.2010) è previsto che al 1° gennaio 2011, per i lavoratori dipendenti che maturano il diritto a pensione, la “finestra” sarà di un anno, mentre per i lavoratori autonomi sarà di un anno e mezzo e questa pesantissima penalizzazione vale anche per coloro che hanno maturato 40anni di lavoro, che è il massimo contributivo, giova sottolinearlo, su cui viene calcolata la pensione. In pratica cosa accadrà? Si verificherà – ha evidenziato il leder del Partito Pensionati per l’Italia – che dal 1° gennaio 2011 chi matura il diritto a pensione dovrà aspettare un anno o un anno e mezzo, e potrà scegliere se attendere il momento di effettivo godimento di pensione, rimanendo senza pensione e senza stipendio, oppure continuare a lavorare, pagare i contributi comunque, ma ricevere la pensione soltanto in relazione ai 40anni di servizio, quindi i contributi versati ai fini pensionistici dal lavoratore, ed eventualmente dall’azienda, per il periodo eccedente i 40anni, vanno in fumo, ovvero, finiscono nel “calderone” senza che il lavoratore ne tragga alcun beneficio e questo – ha concluso DE LIETO – è semplicemente scandaloso ed assurdamente punitivo.

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