Congresso camere penali, l’intervento di Preziosi

Congresso camere penali, l’intervento di Preziosi

A Palermo il 13esimo congresso dell’Unione camere penali. Tema dell’assise: “Un giudice garante, un avvocato forte”. Di seguito l’intervento del presidente della camera penale irpina, l’avvocato Massimo Preziosi:
“Un tema congressuale rilevante che richiede un grande impegno. Il presidente della Repubblica ha ancora una volta riconosciuto che la riforma della giustizia è una esigenza del nostro ordinamento civile e che passa attraverso l’attivazione delle garanzie da parte del giudice ed il ruolo essenziale della difesa. L’esplicitazione del tema congressuale impone una constatazione semplice ma amara e negativa: il giudice non è garante, l’avvocato non è forte. E’ possibile riconoscere che il giudice non è sempre garante ma gli atteggiamenti aprioristicamente colpevolisti in numerose vicende processuali determinano una opinione negativa che incide sul regolare funzionamento della giurisdizione. L’avvocato «forte» creerebbe uno squilibrio nel Sistema processuale e quindi è opportuno affermare che l’avvocato deve essere in grado di fronteggiare l’accusa con adeguata professionalità. Il processo perfetto è tale quando la terzietà del giudice risolve il conflitto tra accusa e difesa che si contrastano paritariamente. Questa constatazione impone che l’Unione indichi in modo concreto il percorso da seguire perchè il giudice sia effettivamente GARANTE e perchè al difensore, non sabotatore della Giustizia, sia riconosciuto il ruolo di chi legittimamente concorre al processo di accertamento della verità. Si parla da tempo di riforma della giustizia ma non sembra che alcuna forza politica abbia la forza, politica, di realizzarla. Eppure è evidente che pè indispensabile separare le carriere di giudici ed inquirenti, ma, soprattutto, evitare che il Csm continui ad essere un organismo corporativo e protettivo, senza realizzare una legittima seria azione di autotutela. Una proposta concreta, tesa ad indurre il giudice ad essere effettivamente garante potrebbe essere , oltre la originaria separazione delle carriere, quella di istituire un osservatorio permanente sulla mancata applicazione delle garanzie e sul controllo della legalità. L’obiettivop di tale iniziativa sarebbe quello non solo di denunziare al Csm eclatanti violazioni comportamentali ma anche e soprattutto di coinvolgere la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.Il magistrato deve essere sottoposto al controllo di legalità perchè se applica la garanzia è giudice, se non lo applica, non lo è!!! In modo altrettanto concreto è opportuno che i magistrati onorari e per i giudici di pace la verifica della loro professionalità di realizzi in un controllo serio ed effettivo. Sul versante dell’avvocatura è , però, innegabile che l’avvocato se non ‘forte’ sia, almeno, capace ed attrezzato professionalmente. E’ il tema dell’accesso di tanti giovani all’attività difensiva ma anche quello del doveroso aggiornamento della nostra professionalità. Perchè il processo funzioni l’avvocato deve conoscere il suo mestiere e contrapporsi al Pm con capacità. Questa è il frutto dello studio ma anche di una effettiva specializzazione che l’Unione sta concretamente e meritoriamente avviando. Si tratta di un’iniziativa di grande valore perchè consente, in modo concreto, all’avvocato di essere consapevole della sua forza e di esercitarla nel rispetto delle regole del processo”.

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