Occupazione, dati Uil Campania ancora negativi

Occupazione, dati Uil Campania ancora negativi

Ancora negativi i dati dell’ultimo studio Uil sul disagio lavorativo nel Sud Italia e in Campania.
Lo studio elaborato dalla UIL e dalla Feneal vuole essere uno spunto da cui partire per capire quali ripercussioni sul fronte occupazionale ha prodotto la crisi e per orientare le politiche di sviluppo del Mezzogiorno.
Il quadro che viene fuori dall’analisi dei dati statistici sul meridione, che vedono come fonti essenziali Istat ed Inps, è indiscutibilmente negativo. Un’area questa in cui, a giugno 2010, si concentra circa la metà delle persone disoccupate presenti in Italia (circa 1 milione su un totale di 2,2 milioni), e dove circa 14 persone ogni 100 sono in cerca di un’occupazione (la media italiana è, invece, di 9 persone su 100).
Se i dati dell’anno 2009, avevano mostrato una sostanziale crescita nel Mezzogiorno del tasso di disoccupazione (passato dal 12,1% del 2008 al 12,5% del 2009), i dati disponibili fino a giugno di quest’anno, denotano una forte e continua ascesa del tasso di disoccupazione che si attesta a 13,9%, anche se per fare un confronto omogeneo di dati, occorrerà attendere la fine dell’anno in corso. Su questo versante, desta preoccupazione soprattutto la percentuale del 36% riferita al tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), che per la componente femminile arriva fino al 40,9%.
Dall’analisi del tasso di inattività che nel Mezzogiorno ha raggiunto il 49% (a fronte di un dato nazionale del 37,5%), emerge lo stato di scoraggiamento nella ricerca di un lavoro della popolazione in età lavorativa. Per la componente femminile questa percentuale arriva al 63,8% (a fronte di un pur alto tasso nazionale del 48,7%) e ciò rileva come il Sud abbia bisogno di politiche sociali ed occupazionali di genere volte a favorirne l’inclusione nel mercato del lavoro.
Sette Regioni del Mezzogiorno si collocano al di sopra del tasso di disoccupazione nazionale (8,7%), con in testa la Calabria (15,5%), seguita dalla Campania (14,8%) e dalla Sardegna (14,7%). Il Molise, viceversa, rappresenta la Regione del Sud con la più bassa percentuale di persone in cerca di occupazione (8,3%) ed al di sotto della media nazionale. Tutte e 8 le Regioni sono, invece, al di sotto del tasso nazionale di occupazione. In una ideale classifica meridionale, l’Abruzzo si posiziona come la Regione con la più alta percentuale di occupati (il 55% della forza lavoro ha un lavoro), mentre la Campania quella con il più basso tasso di occupazione (39,9%).
“I numeri continuano a parlare chiaro – ha commentato il segretario generale della Uil Franco De Feo – e a dirci che c’è bisogno di una politica per il Mezzogiorno, fatta non solo di tagli indiscriminati e provvedimenti punitivi, ma di piani di occupazione e investimenti. La Campania ha il più basso tasso di occupazione nell’intero Sud Italia. E il disagio lavorativo, che coinvolge disoccupati, inoccupati e cassintegrati, è altissimo. Avellino non è certo un’eccezione nel quadro. Anzi le nostre aree industriali sono in una crisi profonda, da cui non riescono a venir fuori. E il numero di giovani inoccupati e disoccupati è molto alto. E’ ora che si cominci a ragionare su problemi concreti e ad avviare un percorso serio per il futuro dei nostri ragazzi”.

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