Affidamento ciclo acque, la nota di Rossano

Affidamento ciclo acque, la nota di Rossano

Affidamento ciclo integrato delle acque, ecco la nota di Claudio Rossano, ex commissario straordinario dell’ente:
“In queste ore i vertici dell’ATO Calore Irpino discutono delle problematiche dell’affidamento del servizio idrico integrato ad un unico gestore, affidamento che dovrà avvenire entro la fine dell’anno. Oltre ottanta Sindaci hanno fatto esplicita richiesta perché tale affidamento“ in house “ venga fatto alla società per azioni “Alto Calore Servizi spa “. Per molti anni ho tenuta desta l’opinione pubblica su tali importanti vicende, rimanendo inascoltato. Ora, a circa sessanta giorni dalla scadenza dei termini, diventano palesi fatti gravissimi: l’ATO manca ancora dei dati necessari per poter procedere alla definitiva stesura del Piano d’Ambito, in quanto molti comuni – forse anche quelli che sollecitano l’affidamento diretto ad Alto Calore Servizi – non hanno potuto o voluto fornire tali dati. Ed occorre ricordare che il Piano d’Ambito, una volta completato, dovrà essere portato all’approvazione dell’assemblea. Ma nascono ulteriori perplessità sul piano d’Ambito che si dovrebbe adottare. Infatti l’ATO non ha mai costituito il proprio Organo Tecnico, che avrebbe dovuto dare la propria consulenza al C.d.A. dell’ATO, che al suo interno non ha le competenze tecniche per valutare la bontà del piano. Perché non è stato mai costituito tale organismo? Forse si è preferito risolvere tali problematiche con criteri poco scientifici e, diciamo così, tutti politici? Si è mai preoccupato l’ATO di predisporre – così come previsto dallo Statuto (art. 3) i piani annuali di attuazione del programma degli interventi ? Sono mai stati conclusi accordi di programma per la definizione e l’attuazione di opere necessarie al servizio idrico integrato? Sono state mai determinate o aggiornate le tariffe idriche? Senza definire questi fondamentali aspetti il Piano d’Ambito è inficiato alla sua base. Il Piano d’Ambito, una volta approvato dall’Assemblea dei Sindaci, dovrà poi avere una verifica di coerenza , effettuata dalla Regione, sentita l’ Autorità di bacino competente per territorio, per mezzo del settore Ciclo Integrato delle Acque della Regione Campania, di cui sono note le caratteristiche di efficienza e rapidità. E, senza il Piano d’Ambito, senza conoscere le opere necessarie al servizio idrico integrato, senza conoscere la tariffa idrica, senza conoscere la convenzione e il disciplinare per l’affidamento del servizio – che ritengo nessuno si sia ancora preoccupato di fare – la richiesta dei numerosi Sindaci irpini è davvero senza senso; paragonabile alla richiesta di un’impresa che richieda l’affidamento di un’opera pubblica, non ancora progettata ( il Piano d’Ambito ancora non c’è ) , di cui non si conoscono i costi e gli oneri definiti per capitolato. Ma in Irpinia tutto è possibile…. Così come è possibile la permanenza in vita della società “ Alto Calore Patrimonio” di cui non si comprende né la funzione … né il patrimonio. In verità non si conoscono neanche i costi pagati per le consulenze. Qualora l’ATO Calore Irpino volesse optare per l’affidamento “in house”, dovrebbe dare adeguata pubblicità alla sua scelta, motivandola in base ad un’analisi del mercato, che non mi risulta sia stata conclusa. Contestualmente dovrebbe trasmettere una relazione contenente gli esiti della predetta verifica all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato. Quest’ultima, infatti, deve esprimere un parere da rendere entro sessanta giorni dalla ricezione della predetta relazione. Possono ragionevolmente essere conclusi tutti questi laboriosi adempimenti entro la fine dell’anno? Credo proprio di no. Sono stati sprecati anni interi senza che l’ATO producesse atti utili all’affidamento del servizio idrico. E paradossalmente ad essere penalizzata sarà proprio la società Alto Calore Spa , che per molto tempo ha ostacolato l’opera dell’Ente d’Ambito. Né si può credere alla ipotesi della creazione di una nuova società pubblica, formata da tutti i Comuni ricadenti nell’ATO. Per rendere possibile tale ipotesi ci doveva essere un lungo lavorio politico, che coinvolgesse proficuamente i gestori esistenti. Oggi, in considerazione dei tempi ristrettissimi, è una pura idea, del tutto teorica, fatta per intorbidire acque già torbide”.

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