Forgione: pressioni politiche contro area Veltroni

Forgione: pressioni politiche contro area Veltroni

Sul caso dell’annullamento dell’evento dell’area Veltroni, eco un’intervista con Andrea Forgione.
Forgione, dica la verità, perché avete annullato la manifestazione di presentazione dell’area politica Modem che fa riferimento a Veltroni in programma per venerdì 12 novembre ad Avellino?
Perché ci sono state forti pressione politiche per impedire l’evento.
Da parte di chi?
Qualcuno avrà sicuramente contattato personalmente Walter Veltroni se il responsabile nazionale di Modem, Walter Verini, ha deciso di annullare la manifestazione di venerdì. Sarà stato l’uomo del colle a lamentarsi di “lesa maestà” oppure qualche nuovo satrapo che aspira a mettere le mani sul PD irpino? Questo al momento non lo sappiamo. Sappiamo però che qualche aspirante “mandarino”, per ora solo apprendista stregone, aveva fatto le sue pressioni politiche su deputati vicini a Veltroni, senza ottenere risultati, per tenere i piedi in due scarpe: quella di Marino e quella di Modem.
E dunque?
E dunque oggi appare chiaro che il PD sta per diventare in Irpinia una sorta di setta esoterica, guidata da un “grande maestro” che tira le fila e muove tutte le pedine. Gli appartenenti alla setta esoterica, quelli delle prime file, i soliti professionisti della politica, si combattono a suon di sgambetti, agguati, congiure al solo scopo di ritagliarsi migliori condizioni personali o posti utili nelle liste per le elezioni politiche che ormai, dopo la crisi del governo Berlusconi, sembrano imminenti. Se però qualcuno cerca di creare un movimento dal basso, come stiamo facendo noi, allora lor signori smettono di litigare e fanno blocco unico contro chi, a loro parere, entra a gamba tesa nei consolidati equilibri della casta politica. Una volta eliminato il nemico poi riprendono la lotta per dividersi la “tunica di Cristo” sotto gli occhi attenti del grande maestro che tutto vede e tutto giudica. In breve, si ripete il vecchio schema che fu praticato in Irpinia dalla Democrazia Cristiana.
Si spieghi meglio
Dopo tre anni di vita, il PD ha tradito tutte le speranze e le aspettative di migliaia di uomini e donne forti, liberi e coraggiosi che, dopo la cacciata di De Mita, avevano creduto in una nuova stagione politica di innovazione e rinnovamento. Infatti, in questi anni, lentamente e inesorabilmente il partito democratico è tornato preda dei soliti noti, di quelli che vivono di politica, degli aristocratici parrucconi, si è chiuso alla società civile, ed ha cominciato a praticare la vecchia politica catto-comunista.
Ma se è come dice lei perché non lasciate il partito?
Questo mai e poi mai, se vogliono dovranno cacciarci con la forza. Il PD è il partito per cui abbiamo speso le nostre migliori energie, è lo strumento con cui vogliamo cambiare la costumanza politica ed innovare e rinnovare l’Italia, è la comunità politica che abbiamo scelto per costruire un futuro migliore per i nostri figli. Il problema oggi, semmai, è quello di rinnovare la vecchia classe dirigente: gerontocratica e aggrappata alle rendite di posizione, non più in grado di disegnare un nuovo orizzonte per il paese e per le giovani generazioni. Dunque, mai e poi mai abbandoneremo volontariamente il PD per far spazio a vecchi arnesi della politica, anzi, profonderemo maggiori energie affinché nel partito vincano i Renzi, i Civati e tanti altri giovani talenti, animati da grande passione politica, rigore morale e fiducia nel futuro.
E adesso, cosa contate di fare?
E’ molto semplice. Nello statuto del PD sono già scritte le regole che permettono il rinnovamento della classe politica. Per esempio, chi ha fatto tre mandati da parlamentare non potrà ricandidarsi alle prossime elezioni politiche; il leader della coalizione dovrà essere scelto con le primarie, così come i dirigenti apicali del partito. Ritornare all’idea del Lingotto, poi, significa che il partito deve ritrovare la vocazione maggioritaria e si deve battere per un sistema politico bipolare, come avviene in tutte le democrazie moderne ed avanzate. Da oggi non accetteremo più deroghe allo statuto e siamo pronti alle barricate per evitare la formazione nel PD di vecchie satrapie sul modello demitiano. Dunque, chiederemo il rispetto delle regole statutarie e contemporaneamente lanceremo una campagna politica invitando i giovani democratici a non accettare passivamente di finire nel tritacarne dei soliti opportunisti politici ma di impegnarsi in prima persona nello sforzo di recuperare lo spirito del Lingotto e delle primarie del 2007.
Lei lo crede ancora possibile?
Noi si, La storia è l’eterna lotta fra conservatori e innovatori e ci ha insegnato che a vincere sono sempre gli innovatori. A volte i conservatori possono vincere una battaglia, ma è una vittoria che non cambia le sorti della storia. Ancora prima che il tempo e la caducità umana, sono le dinamiche storiche stesse che esigono, ad un certo punto, il cambiamento e l’innovazione. Compito degli innovatori è quello di accelerare i processi naturali, poiché alla fine si volta sempre pagina. Nonostante le resistenze, il tempo del cambiamento è vicino anche per l’Irpinia. Non potrà esserci nessun matusalemme politico che può impedire ai giovani irpini di impossessarsi del proprio futuro. Occorre solo coraggio, tenacia, volontà ed una visione del futuro che guarda alle giovani generazioni. Tutto questo a noi non manca.

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