Rossi: no alla revisione circoscrizioni provinciali

Il consigliere del movimento per le autonomie Francescoantonio Rossi in merito al mutamento delle circoscrizioni provinciali operato dall’Ufficio territoriale di Governo di Avellino esprime la sua forte contrarietà e si augura possa essere valutata l’ipotesi di una verifica da concertare con le istituzioni locali. Fermo restando gli sforzi che le Province e la nostra Provincia in specie hanno sostenuto nel contenimento delle loro spese correnti e di investimento in un contesto di peggioramento complessivo dei conti pubblici del Paese, si condivide l’esigenza che tutto il sistema politico ed istituzionale contribuisca a questo sforzo, attraverso un serio processo di riordino e di semplificazione del sistema istituzionale che porti a sensibili riduzioni della spesa pubblica e che affronti anche, in modo adeguato, il tema dei costi della politica. E, tuttavia, tale processo di carattere ordinamentale non può essere affrontato dall’alto senza un ruolo attivo dei soggetti principali. Si ribadisce l’assoluta contrarietà alle previsioni di modifica delle circoscrizioni provinciali senza che sia stata opportunamente valutata la fase di concertazione con la provincia e con lo stesso Consiglio provinciale. In tal senso, il rispetto delle previsioni costituzionali è doveroso in quanto previste dall’articolo 133, comma 1, della Costituzione che recita “Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Provincie nell’ambito d’una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziative dei Comuni, sentita la stessa Regione.” Si esprime contrarietà al percorso di revisione delle circoscrizioni provinciali proposto dall’UTGAv, non solo dal punto di vista metodologico e di compatibilità costituzionale, ma perché non è stato realizzato con una discussione approfondita che parta dai territori e dal necessario coinvolgimento dei Comuni, dai bisogni orografici, storici e culturali. Si ritiene, infatti, che il percorso di razionalizzazione delle Province debba avvenire, non in modo affrettato, ma contestualmente all’individuazione delle funzioni fondamentali delle Province e alla semplificazione degli assetti amministrativi, e in ogni caso, tenendo conto delle necessità e le peculiarità storiche, geografiche e sociali che rendono assolutamente assurda la banale razionalizzazione numerica della nostra Provincia quale immotivata e inutile risposta all’attuale crisi economica e sociale.

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