Irregolarità Piani di Zona Sociali: il monito della Triplice

“Le vicende in questi anni dei Piani Sociali di Zona della Provincia di Avellino ed in generale dei Servizi sociali e socio – sanitari erogati in favore delle fasce deboli nella nostra realtà, inducono le scriventi Organizzazioni Sindacali ad un’attenta riflessione sullo stato dell’arte e ad un monito sulle attività e le azioni che saranno messe in essere nel prossimo futuro”. E’ quanto fanno sapere attraverso una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil. “Una delle grandi criticità riscontrate fin dall’avvento della legge 328/00, e’ stata in questa provincia la modalità adottata per le esternalizzazioni e gli affidamenti al terzo settore dei servizi programmati ed erogati dagli ambiti territoriali.
In particolare, in moltissimi casi, le procedure amministrative attivate, hanno visto la messa a bando per i diversi servizi di importi orari assolutamente inadeguati e non rispettosi di quanto previsto dalla norma e dai contratti collettivi nazionali.
Sono attualmente affidati servizi ad importi che non rispettano quanto previsto dai CCNL siglati dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative – CGIL – CISL – UIL – e questo, oltre ad essere evidentemente illegittimo ed irregolare, comporta l’applicazione e la stipula di contratti agli operatori ad importi assolutamente inadeguati.
E’ necessario, quanto prima, sanare queste gravi irregolarità garantendo il rispetto degli importi orari previsti dal CCNL, per garantire la dignità civile e sociale dei lavoratori impegnati e la buona qualità dei servizi offerti, in considerazione anche del fatto, che il servizio affidato all’esterno resta sempre e comunque un servizio pubblico.
A tal proposito si riporta la nota n. 971 del 26/01/2010 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Regionale del Lavoro – indirizzata alla Direzione Provinciale di Avellino, che si allega in copia, che ribadisce quanto da noi sempre dichiarato: “per quanto attiene la materia degli appalti pubblici la norma di riferimento, come noto, è costituita dall’art. 36 Legge 300/70 che testualmente evoca le condizioni non inferiori a quelle risultanti dai Contratti Collettivi di Lavoro della categoria e della zona”. E’ da ritenere, quindi, che la disposizione dell’art. 36 Legge 300/70 va intesa nel senso di escludere la utilizzabilità di previsioni contrattuali collettive in pejus rispetto a quelle della contrattazione collettiva stipulata dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative di CGIL – CISL e UIL Inoltre il Decreto Legislativo n. 66/2003 e s.m.i. art. 1 indica in maniera inequivocabile quali siano i contratti collettivi applicabili ossia quelli sottoscritti a livello nazionale dalle sigle sindacali maggiormente rappresentative CGIL – CISL e UIL.
Per tale motivo le segreterie confederali di CGIL CISL UIL rappresentate per il settore delle politiche sociali da Adele Franca Giro (CGIL), Carla Malanga (CISL), Vincenza Preziosi (UIL) e le segreterie di categoria della funzione pubblica rappresentati da L. Mauro (CGIL –FP), Doriana Buonavita (CISL –FP) e Ugo Petretta (UIL–FPL) hanno avviato una sinergica e forte azione di diffida nei confronti di tutti gli ambiti territoriali al fine di evitare il bandire e/o prorogare in futuro gare e servizi con importi che non rispettino il CCNL ed invitano, attraverso i rappresentanti di categoria, i propri associati a non partecipare a bandi palesemente illegittimi.
Le scriventi organizzazioni sindacali – conclude la nota – attiveranno nel caso di irregolarità le segnalazioni alle autorità competenti e le procedure di contestazione degli atti secondo quanto previsto dalle norme”.

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