Macalli: in Lega Pro già c’è il fair play finanziario

Il mondo del calcio si avvia alla rivoluzione. Nel corso del World Football Show a Rho (Mi), mattinata dedicata al fair play finanziario, un insieme di regole e leggi per evitare disastri finanziari, volute dal presidente dell’Uefa Michel Platini. Un sistema che Mario Macalli, presidente della Lega Pro, conosce e usa da tempo, come spiega ai microfoni di Sky Sport, poi riportata da Datasport. “Tutto quello che accade in Lega Pro avviene proprio perché noi applichiamo le regole anche di più rispetto a quello già previsto”, dice Macalli. “Ci sono mille domande da fare su come lo vorrebbe la Uefa, dico però che noi lo usiamo da 15 anni. È per questo che da noi succedono anche dei fattacci, perché controlliamo. Abbiamo voluto regole più rigide e ne vorremmo di più in futuro. Ben venga che il fair play aiuti a diminuire il gap tra piccole e grandi società. Noi siamo già abituati”. “Sul fair play finanziario noi non abbiamo nulla da imparare”, continua Macalli. “Penso all’estero dove ci sono società che con la legge italiana non ci sarebbero più. Sono entusiasta quando vedo il Real o il Barcellona giocare, ma scandalizzato quando penso alla gestione finanziaria. Voglio capire come si sistemeranno quando questo sistema entrerà in vigore nel 2012. Ben vengano, ripeto, delle regole che aiutano a gestire il campionato”.
Per quanto riguarda la situazione in Lega Pro, Macalli ha definitivo “benefattori” i presidenti che investono nelle società, senza vedere ricavi e da tempo si parla di una riduzione delle partecipanti al campionato. “Io punto a una riduzione alle sole squadre sane. Ora dobbiamo affrontare la situazione contingente e non nego che ora abbiamo più difficoltà dello scorso anno. Non conosco però il numero magico, ma so come ottenerlo. Ci dicono che noi siamo troppi e inflazionati, ma i numeri dicono che per otto squadre retrocesse ne abbiamo avute sette iscritte. Forse va fatto qualcosa sopra di noi. Per ottenere il numero magico, bisognerebbe agire così: il nostro campionato ha costi e ricavi, prima di iscrivere una squadra dovrebbero far vedere quanti soldi ci sono. Agendo così non è escluso che il numero magico sia anche 90”.
Ultima domanda sullo sciopero, poi revocato, indetto dall’Assocalciatori per il rinnovo del contratto collettivo. “Alcune cose noi le diciamo da 10 anni”, dice Macalli .”Noi siamo in guerra vera con l’associazione di categoria perché non abbiamo mai firmato il contratto collettivo. Condividiamo le posizioni della Lega: due erano utopie e infatti sono state accantonate, forse perché erano posizioni che interessava qualcuno nello specifico. Non mi scandalizzo della tenuta del sindacato, le normative non piacevano ad alcuni calciatori. Non dicano però che lottavano per le categorie inferiori. Noi lottiamo da soli, non stiamo stati neanche chiamati a trattare. Ai nostri giocatori, che conosciamo bene, ci pensiamo noi ”, conclude.

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